Gaza, le Idf ammettono: "Spari su ambulanze a Rafah". Hamas propone il rilascio di 5 ostaggi

L'episodio sarebbe avvenuto domenica scorsa nel quartiere Tal as-Sultan mentre le forze israeliane miravano a diversi terroristi di Hamas

Gaza, le Idf ammettono: "Spari su ambulanze a Rafah". Hamas propone il rilascio di 5 ostaggi
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Le forze israeliane hanno ammesso di aver aperto il fuoco contro ambulanze e camion dei pompieri nella Striscia di Gaza meridionale dopo averli identificati come "veicoli sospetti". L'episodio sarebbe avvenuto domenica scorsa nel quartiere Tal as-Sultan a Rafah.

Le indagini e l'ammissione

Le forze israeliane "hanno aperto il fuoco contro i veicoli di Hamas e hanno eliminato diversi terroristi di Hamas", ha affermato l'esercito in una nota, “pochi minuti dopo, altri veicoli sono avanzati in modo sospetto verso le truppe… Le truppe hanno risposto sparando verso i veicoli sospetti, eliminando un certo numero di terroristi di Hamas e della Jihad islamica". A riportare la nota integrale è Al Jazeera: "Dopo un'indagine iniziale, è stato stabilito che alcuni dei veicoli sospetti erano ambulanze e camion dei pompieri", ha aggiunto Tel Aviv.

Dopo un'indagine preliminare, l'Idf ha riconosciuto che tra i veicoli presi di mira alcuni erano ambulanze e camion dei pompieri. Tuttavia, ha ribadito la sua condanna per "l'uso ripetuto" di ambulanze da parte delle organizzazioni terroristiche nella Striscia di Gaza per scopi militari. Nelle scorso ore, la Protezione civile di Hamas ha riferito di aver trovato il corpo di un soccorritore e i resti di un'ambulanza e un'autopompa, oltre a un veicolo della Mezzaluna Rossa Palestinese, ridotto a un cumulo di rottami.

Nuovi attacchi e ordini di evacuazione

Intanto, nel primo pomeriggio, in seguito a un attacco di mortaio contro le Idf alla periferia di Khan Younis, nella Striscia di Gaza meridionale, l'esercito ha emesso un avviso di evacuazione per i palestinesi nella zona. A renderlo pubblico, come di consueto, il portavoce in lingua araba colonnello Avichay Adraee, che ha pubblicato una mappa dell'area che verrà evacuata, affermando che si tratta di un "avvertimento finale" prima degli attacchi nella zona. L'area da evacuare comprende i sobborghi di Abasan di Khan Younis e le città di al-Qarara e Khuza'a. L'avviso intima, inoltre, di raggiungere i rifugi nell'area di Mawasi. "Nelle ultime ore, le Idf hanno iniziato a condurre attività di terra nell'area di al-Janina a Rafah al fine di espandere la zona di sicurezza nella parte meridionale di Gaza", riferisce lo stesso esercito di Tel Aviv in una nota, precisando che le forze israeliane continuano ad effettuare attacchi aerei "su obiettivi terroristici di Hamas e della Jihad islamica in tutta la Striscia di Gaza". Durante gli attacchi, decine di terroristi sono stati eliminati, compresi terroristi che avevano lanciato mortai verso il territorio israeliano, ha precisato l'esercito israeliano.

Axios, citando due funzionari israeliani, ha diffuso la notizia secondo cui il primo ministro israeliano avrebbe affidato al Mossad il compito di individuare nazioni disposte ad accogliere un numero significativo di palestinesi sfollati dalla Striscia di Gaza. Secondo quanto riferito, Netanyahu starebbe esplorando opzioni per il trasferimento di palestinesi anche a migliaia di chilometri di distanza. Tra i Paesi coinvolti nei colloqui figurerebbero la Somalia e il Sud Sudan, entrambe nazioni dell'Africa orientale segnate da povertà e conflitti, oltre ad altri Stati, tra cui l'Indonesia. A confermare queste informazioni, oltre ai due funzionari israeliani, vi sarebbe anche un ex rappresentante del governo statunitense. L’incarico al Mossad sarebbe stato assegnato segretamente alcune settimane fa, ma l’ufficio del primo ministro israeliano ha evitato di rilasciare dichiarazioni in merito.

Il nodo ostaggi

Intanto, torna il pressing sulla questione ostaggi. Finita la fase dei rilasci-show del sabato mattina e impantanatisi i negoziati, si prevede che questa sera decine di migliaia di persone si raduneranno in Israle per chiedere il rilascio degli ostaggi e per protestare contro il rinnovo della riforma giudiziaria e contro le iniziative volte a licenziare i principali funzionari governativi da parte della coalizione del Primo Ministro Benjamin Netanyahu. La protesta principale della coalizione di gruppi di protesta inizierà alle 18:30 in piazza Habima a Tel Aviv. Al termine della manifestazione, i dimostranti marceranno verso Begin Street per unirsi al gruppo di famiglie di ostaggi che si sono radunate lì. Un sondaggio trasmesso ieri da Channel 12 ha mostrato che il 69% degli israeliani sostiene la fine della guerra in cambio di un accordo che rilasci tutti gli ostaggi rimasti a Gaza, rispetto al 21% che si oppone a tale accordo. Anche tra gli elettori della coalizione, la maggioranza (54%) sostiene tale mossa rispetto al 32% che si oppone.

Hamas ha accettato di rilasciare cinque ostaggi in cambio di un cessate-il-fuoco a partire dalla festività di Eid al-Fitr, alla fine del Ramadan, hanno dichiarato funzionari egiziani al notiziario qatariota New Arab. "Ora la palla è nel campo del governo israeliano e degli americani", affermano i funzionari. Secondo il rapporto, l'ostaggio israelo-americano Edan Alexander verrebbe rilasciato in base al possibile accordo, con gli Stati Uniti e il Qatar attivamente coinvolti nella proposta. Fonti a conoscenza dei negoziati avevano precedentemente dichiarato al quotidiano libanese Al-Akhbar che la proposta egiziana include "un cessate il fuoco temporaneo della durata di circa 50 giorni, in cambio del rilascio di cinque [ostaggi] israeliani e di un certo numero di prigionieri palestinesi, insieme all'attivazione di un meccanismo per l'ingresso di sufficienti quantità di aiuti [a Gaza], tra cui cibo, forniture mediche e beni di prima necessità per i soccorsi civili".

I terroristi hanno pubblicato un nuovo video dell'ostaggio israeliano Elkana Bohbot, cinque giorni dopo la diffusione di un filmato in cui compariva insieme a un altro prigioniero ancora detenuto dal gruppo nella Striscia di Gaza. Il Forum delle Famiglie degli Ostaggi ha chiesto ai media israeliani di non pubblicare il video o immagini tratte dal filmato fino a quando la famiglia non ne darà l'autorizzazione.

Il filmato dura più di tre minuti e mostra l'ostaggio che parla in ebraico alzando ripetutamente le mani in segno di disperazione mentre lancia un appello per la sua libertà. L'Afp non è stata in grado di verificare quando e dove sia stato girato il video nella Striscia di Gaza

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