Israele attacca l'Iran, raid sulle fabbriche di missili. Teheran: "Pronti a reagire"

Le Idf annunciano i raid nella notte su obiettivi militari, colpita anche la Siria. Il monito di Israele: "Teheran non reagisca o la pagherà". La risposta dell'Iran: "Umilieremo i nostri nemici"

Israele attacca l'Iran, raid sulle fabbriche di missili. Teheran: "Pronti a reagire"
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Israele lo aveva promesso e alla fine l'attacco all'Iran è arrivato. Era solo questione di tempo. Che, in Medio Oriente, ha ritmi tutti suoi. A volte è questione di ore. Altre di settimane. Altre ancora di mesi o di anni. Ma alla fine Benjamin Netanyahu ha risposto, proprio nel giorno in cui Teheran affermava di avere mille missili pronti in caso di un attacco israeliano.

Nella notte sono stati condotti bombardamenti mirati su obiettivi militari degli ayatollah e dei loro proxy (sono stati infatti segnalati raid anche in Siria, probabilmente contro qualche unità dei Pasdaran). Il comunicato diffuso dalle Idf è chiaro e spiega come il raid arrivi dopo ripetuti attacchi da parte dell'Iran e dei suoi alleati, in primis Hezbollah, che dal Libano ha fatto arrivare un drone sulla casa del primo ministro Netanyahu. "Come ogni altro Paeae sovrano nel mondo - si legge - lo Stato di Israele ha il diritto e il dovere di rispondere", a causa "del regime iraniano e dei suoi delegati nella regione che attaccano incessantemente Israele". Ma non solo. "Le nostre capacità difensive e offensive sono completamente mobilitate", affermano i militari, che aggiungono: "Faremo tutto il necessario per difendere lo Stato d'Israele e il popolo d'Israele". La Casa Bianca ha fatto sapere che quello di Israele è un atto di autodifesa e che gli Stati Uniti non stanno partecipando ai raid.

Non si tratta solo di attaccare, ma anche di difendere. Perché è probabile che gli iraniani non staranno a guardare (non a caso, il New York Times parla di rischio di guerra totale in Medio Oriente). Non a caso, le Idf hanno diffuso un video in cui il loro portavoce, il contrammiraglio Daniel Hagari, afferma: "Stiamo conducendo una valutazione continua della situazione sul fronte interno e, in questa fase, non ci sono cambiamenti nelle istruzioni dell'Home Front Command. Dovete continuare a essere attenti e vigili e obbedire alle linee guida dell'Home Front Command". Perché Iron Dome, che tante volte ha già protetto gli israeliani, può essere bucato se saturato da un gran numero di missili, come è successo con l'ultimo attacco iraniano.

Per l’attacco di questa notte su Teheran gli israeliani hanno scelto questo nome: "Operazione giorni di pentimento". Era dal 1980 che la capitale della Repubblica islamica non veniva colpita in modo così forte. Anche se ai più è parso un avvertimento. Forse l'ultimo avvertimento che Israele è disposto a concedere all'Iran. A conferma di queta ipotesi c'è il fatto Israele avrebbe avvertito gli iraniani qualche minuto prima del fuoco, chiarendo che nel mirino c'erano solo obiettivi militari, e che l'attacco non sarebbe durato a lungo. Quasi un invito a non reagire.

L’Arabia Saudita ha condannato gli "attacchi militari" all’Iran come una "violazione della sua sovranità" e del diritto internazionale. Lo riporta la Saudi Press Agency (SPA) gestita dallo stato, ripresa dalla Cnn. Senza menzionare Israele, il Regno ha esortato tutte le parti a esercitare "la massima moderazione" e ha invitato la comunità internazionale ad agire per ridurre le tensioni e porre fine al conflitto regionale.

Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha aggiornato il capo del Pentagono Lloyd Austin sui risultati dell'operazione militare notturna contro l' Iran. Lo ha affermato in una nota il portavoce del Pentagono, Pat Ryder. Austin ha ribadito l'impegno degli Stati Uniti nei confronti della sicurezza di Israele e del suo diritto all'autodifesa. Ha inoltre affermato che gli Stati Uniti sono determinati "a impedire a qualsiasi attore di sfruttare le tensioni o di espandere il conflitto nella regione".

Il vice premier e ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani intervenuto a RaiNews ha sottolineato la necessità di "scongiurare un'ulteriore escalation'' nella regione ''con il lavoro della diplomazia''. Ha poi aggiunto che la risposta israeliana a Teheran era prevista e prevedibile. "Ora - ha concluso - è il momento di favorire in qualsiasi modo il dialogo per arrivare al cessate il fuoco in Libano e a Gaza. L’Italia opera per questo obiettivo con grande determinazione".

L’Egitto e il Qatar - da tempo impegnati in una difficile mediazione tra Israele e Hamas - hanno condannato l’attacco israeliano all’Iran ed espresso preoccupazione per l’«escalation» in Medio Oriente. La loro condanna è rivolta a "tutte le azioni che minacciano la sicurezza e la stabilità della regione".

Intanto da Teheran si registra il pugno duro dalle autorità nei confronti dei cittadini che hanno condiviso con i media occidentali dei video degli ultimi attacchi israeliani: rischiano fino a 10 anni di carcere.

Lo riferisce il quotidiano Telegraph, che attribuisce il provvedimento alla polizia iraniana. Secondo la stessa fonte, l’invio di filmati ai media occidentali "affiliati al regime sionista" sarà punito con lunghe pene detentive.

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