"Ci sarà un flusso continuo di aiuti a Gaza". È l'annuncio di Joe Biden dopo una telefonata con il premier israeliano Benjamin Netanyahu che ha contestualmente annunciato che in queste ore il gabinetto di guerra israeliano è riunito presso il quartier generale delle Israel Defence Forces a Tel Aviv assieme ai componenti del Gabinetto di Guerra e ad alti funzionari delle strutture dedicate alla sicurezza di Israele". "Abbiamo trovato un accordo", ha sottolineato il presidente americano. Biden, si legge in una nota, ha parlato con Netanyahu per discutere degli sviluppi a Gaza e nell'area. "I leader hanno concordato che d'ora in avanti ci sarà un flusso continuo di questi aiuti fondamentali a Gaza". Il presidente americano ha anche ringraziato il premier per il sostegno di Israele nel "facilitare il rilascio di due ostaggi americani". Biden e Netanyahu hanno anche parlato "degli sforzi in corso per garantire il rilascio di tutti gli altri ostaggi presi da Hamas e per garantire la sicurezza dei cittadini statunitensi e degli altri civili a Gaza che desiderano partire".
Biden telefona ai leader di Europa e Canada
Riunione telefonica questa sera tra la premier Giorgia Meloni, il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, il premier britannico, Rishi Sunak, il primo Ministro Justin Trudeau, il presidente della Repubblica Francese, Emmanuel Macron, e il Cancelliere tedesco, Olaf Scholz. La riunione è stata dedicata all'esame dell'evoluzione della grave crisi apertasi dopo l'attacco del 7 ottobre scorso perpetrato da Hamas contro Israele. Oggi pomeriggio c'è stata anche una telefonata tra Papa Francesco e il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. La conversazione, durata circa 20 minuti, ha avuto come argomento le situazioni di conflitto nel mondo e il bisogno di individuare percorsi di pace. Lo rende noto la Sala Stampa della Santa Sede. Secondo la Casa Bianca, nel corso della telefonata si è discusso "della necessità di prevenire una escalation nella regione e di lavorare per una pace duratura in Medio Oriente". Il presidente Usa ha condannato il barbaro attacco di Hamas contro i civili israeliani e ha affermato la "necessità di proteggere i civili a Gaza", si legge nel resoconto della telefonata diffuso dalla Casa Bianca. "Ha parlato della sua recente visita in Israele e dei suoi sforzi per assicurare la consegna di cibo, medicine e altri aiuti umanitari per contribuire ad alleviare la crisi umanitaria a Gaza". Oggi è ripreso anche il lancio dei razzi da Gaza con le sirene che sono tornate a suonare nel centro di Israele e nella zona grande di Tel Aviv.
Scontro Hamas-Israele all'interno di Gaza
I combattenti di Hamas si sono scontrati con le truppe israeliane all'interno di Gaza. Lo affermano le Brigate Al-Qassam del gruppo palestinese, in quella che sembra essere una delle prime scaramucce tra le due parti sul terreno all'interno della Striscia da quando è scoppiata la guerra il 7 ottobre. Hamas ha detto che i suoi combattenti hanno distrutto due bulldozer militari israeliani e un carro armato in un'imboscata, costringendo le truppe israeliane a ritirarsi in Israele senza i loro veicoli. "I soldati delle forze sioniste caduti nell'imboscata di Khan Younis hanno lasciato i loro veicoli e sono fuggiti a piedi a est della recinzione", hanno detto le Brigate Al-Qassam sui social media. Le forze di difesa israeliane hanno detto solo che "sono stati sparati colpi contro i soldati dell'IDF che operavano a ovest della barriera di sicurezza della Striscia di Gaza, nell'area di Kissufim".
Scintille Israele-Iran
Sul fronte diplomatico si registrano nuove scintille tra Israele e Teheran. Il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian, interenendo in una conferenza stampa congiunta a Teheran con il suo omologo sudafricano Naledi Pandor ha avvertito Tel Aviv e gli Stati Uniti che il Medio Oriente rischia di andare fuori controllo. "Avverto gli Stati Uniti e il loro delegato (Israele ndr.) che se non fermano immediatamente il crimine contro l'umanità e il genocidio a Gaza, tutto è possibile in qualsiasi momento e la regione andrà fuori controllo".
Indirettamente è arrivata anche la risposta delle autorità israeliane. "Il piano dell'Iran è di attaccare Israele su tutti fronti. Se realizziamo che vogliono attaccare Israele, non solo su tutti i nostri fronti, noi attaccheremo la testa del serpente, l'Iran", ha detto il ministro dell'Economia di Israele Nir Barkat in una intervista al quotidiano inglese Daily Mail. Barkat, in particolare, si riferisce al fronte settentrionale con gli Hezbollah libanesi. Se ci attaccano, ha aggiunto, "siamo pronti a cancellarli dalla faccia della terra".
Di rischio escalation ha parlato anche Antony Blinken. Il segretario di Stato Usa ha avvertito che Washington vede il rischio di un'escalation nella guerra in corso in Medio Oriente per via dell'Iran e dei suoi proxy nella regione. In un'intervista ad Nbc news ha detto che "Israele non può tornare allo status quo ma non ha intenzione di governare Gaza".
Strike contro Damasco e Aleppo
Le forze israeliane hanno anche colpito in Siria. Media locali hanno detto che una serie di strike hanno colpito gli aeroporti di Damasco e Aleppo. La rete libanese Al Mayadeen ha riferito che Aleppo sarebbe stata raggiunta da quattro missili. La stampa siriana, che riporta alcune fonti militari, ha spiegato che al momento i due principali aeroporti del Paese sono fuori uso. "Stanotte intorno alle "5.25 (ora locale), il nemico israeliano ha effettuato un attacco aereo contro gli aeroporti internazionali di Damasco e Aleppo, provocando la morte di un dipendente", ha fatto sapere una fonte dell'esercito siriano.
Raid a Gaza
Oltre ai bombardamenti in Cisgiordania e Siria, l'aviazione di Israele ha colpito ancora obbiettivi sulla Striscia di Gaza. Secondo fonti di Hamas i morti sarebbero almeno cinquanta, ma non è possibile verificare la notizia. Fonti del Guardian hanno riportato che almeno 11 persone sarebbero morte a Khan Younis, nel Sud della Striscia. Nella notte il portavoce delle Idf ha rinnovato l'appello ai civili palestinesi della Striscia di Gaza di spostarsi a sud "per la loro sicurezza.
Uccisa 16enne britannica che risultava dispersa
I miliziani di Hamas hanno ucciso Noiya Sharabi, la ragazza britannica di 16 anni che risultava scomparsa nel sud di Israele dopo l'attacco del 7 ottobre. Lo dichiara alla Bbc la famiglia dell'adolescente, spiegando che la vittima era stata formalmente identificata. Noiya era scomparsa insieme alla sorella Yahel, di 13 anni, dopo l'attacco di Hamas al Kibbutz Be'eri. I miliziani hanno invece subito ucciso la madre delle ragazze, Lianne, di origine britannica. "Noiya era intelligente, sensibile, divertente e piena di vita. Il suo sorriso illuminava la stanza come un faro", hanno detto i familiari alla Bbc.
Ucciso un vice capo dell'artiglieria di Hamas
Nel corso dei bombardamenti sulla Striscia è stato ucciso Muhamad Qatmash, il vice capo dell'artiglieria di Hamas a Gaza. Secondo quanto riportato dall'esercito israeliano era il "responsabile per le operazioni nella Brigata Centrale". Secondo il portavoce delle Idf "ha avuto un ruolo significativo nella programmazione e nella esecuzione del fuoco verso Israele".
Oltre 200 ostaggi ancora a Gaza
Cambiano ancora i conteggi degli ostaggi nelle mani di Hamas. Secondo il portavoce militare israeliano Daniel Hagari le persone detenute dai terroristi sono 212. Hagari ha anche aggiunto che su questo punto Hamas "sta conducendo terrorismo psicologico" nei confronti delle famiglie.
Usa spostano altri sistemi di difesa missilistica
Gli Usa si preparano a un'escalation sostando armi. Secondo le ultime informazioni Washington ha spostato altri sistemi di difesa aerea nel Mediterraneo orientale. Il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin ha annunciato che è stato attivato il dispiegamento di una batteria di Thaad per la difesa aerea ad alta altitudine così come un altro battaglione di missili Patriot, in diversi siti nella regione "per aumentare la protezione delle forze americane che già vi si trovano e la difesa di Israele". Da mercoledì, diverse basi irachene utilizzate dalle truppe americane sono state prese di mira in cinque attacchi separati: Ain al-Assad, la base di Al-Harir nel nord dell'Iraq e un campo militare vicino all'aeroporto di Baghdad.
Tutti attacchi probabilmente lanciati da milizie sciite vicine all'Iran. Fonti della sicurezza irachene hanno affermato che nella notte tra sabato e domenica un drone avrebbe colpito una base aerea che ospita truppe americane. L'ultimo blitz sarebbe avvenuto nella base di Ain al Assad, nella provincia occidentale di Anbar, al momento non ci sarebbero vittime.
Nei canali telegram dei gruppi armati filo Iran l'attacco è stato rivendicato da un gruppo che si autodefinisce "Resistenza Islamica in Iraq". Un'altra fonte delle autorità irachene ha detto all'Afp che l'attacco sarebbe stato condotto con due droni suicidi: "Il primo è stato intercettato e il secondo si è schiantato a causa di un problema tecnico". Il Pentagono per ora non ha confermato l'attacco. In mattinata la base è tornata nel mirino: secondo fonti militari citate dal Jerusalem Post, infatti, dei razzi Katyusha sarebbero stati sparati verso l'avamposto militare.
Al momento gli Stati Uniti hanno circa 2.500 soldati di stanza nelle tre basi, insieme a circa 1.000 uomini provenienti da altri paesi della coalizione istituita per combattere il gruppo jihadista dello Stato Islamico. Gli attacchi sono avvenuti dopo che le fazioni fedeli all'Iran hanno intensificato le minacce contro gli Stati Uniti. Una di queste, le Brigate Hezbollah, ha chiesto che le forze americane "lascino" l'Iraq, "altrimenti assaggeranno le fiamme dell'inferno".
Gli 007 francesi: razzo palestinese sull'ospedale di Gaza
Proseguono intanto le indagini sull'esplosione dell'ospedale al-Ahli di Gaza. Secondo l'intelligence francese a colpire sarebbe stato un razzo palestinese e non un raid aereo israeliano.
Stando agli 007 d'oltralpe il razzo palestinese trasportava una carica esplosiva di circa 5 chilogrammi e forse ha fatto cilecca. Secondo fonti francesi, sono diversi i razzi nell'arsenale di Hamas in grado di trasportare cariche esplosive di quel peso (tra i quali uno di fabbricazione iraniana e un altro palestinese).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.