La guerra tra Russia e Ucraina non si sta combattendo solo da Kharkiv al Donbass. Il Kyiv Post ha ottenuto materiale video dall’intelligence militare del Gur che mostra uomini delle forze armate di Kiev che combattono fianco a fianco ai ribelli siriani nelle alture del Golan contro i mercenari di Mosca.
I filmati risalgono al marzo scorso, ma stando alla fonte del giornale ucraino i combattimenti nell’area del Paese mediorientale dove le forze russe si sono concentrate sono ancora in corso. Negli scontri è coinvolta la squadra Khimik, che coopera con le milizie che si oppongono al regime di Bashar al-Assad. Stando a quanto riportato dal Kyiv Post, dall’inizio dell’anno gli operativi ucraini e i ribelli siriani hanno effettuato numerosi attacchi contro le strutture militari di Mosca e il “raggruppamento delle forze armate della Federazione russa nella Repubblica araba siriana”. Secondo la fonte, i bersagli d’elezione di questi blitz sono checkpoint, roccaforti, colonne di veicoli e pattuglie appiedate. Per quanto riguarda l’armamento utilizzato, si passa da lanciarazzi e mortai improvvisati Tarab a esplosivi improvvisati (Ied) controllati via cavi o radio.
Vista la situazione difficile in patria, pare strano che gli ucraini abbiano impiegato risorse per colpire il nemico a più di mille chilometri di distanza dal fronte. Per spiegare questa decisione, bisogna tenere in mente diversi fattori. Il primo è di natura psicologica. Nel marzo del 2023 il capo del Gur Kyrylo Budanov ha giurato di “distruggere i criminali di guerra russi in ogni parte del mondo, ovunque si trovino”. Dimostrare di poterli colpire anche in Siria, un luogo dove sono presenti in forze dal 2015, e nonostante la scarsità di risorse che affligge da mesi le forze armate di Kiev ha un notevole impatto sul morale sia degli invasori, sia dei difensori.
Secondariamente, le forze di Mosca hanno creato diversi centri di reclutamento di mercenari in Siria, sotto la supervisione del “Centro per la riconciliazione delle parti opposte e controllo del movimento dei rifugiati” situato nella base aerea di Khmeimim. Questi uomini ricevono un passaporto, vengono inquadrati nell’esercito della Federazione e spediti in Ucraina. In più, durante i due anni di conflitto soldati e mezzi sono stati spostati dalla Siria al Paese est-europeo.
Colpire l’esercito di Putin in un luogo che dovrebbe essere “sicuro” per i militari russi, dunque, costringe i comandanti dello zar a mantenere una presenza forte in quello che è diventato il porto di Mosca nel Mediterraneo e punto di passaggio essenziale per il trasferimento di truppe in Africa, dove il Cremlino sta espandendo la propria presenza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.