Chiediamo a tutti gli arabi (...) di cacciare tutte le ambasciate israeliane, chiuderle e trasformarle in centri di resistenza» era l’appello gridato da Mohammed Hannoun alla manifestazione filo palestinese a Milano alla vigilia di Pasqua. L’ingegnere-predicatore di Genova, dove tiene i suoi sermoni, è presidente dell’Associazione Palestinesi in Italia (API) e dell’ABSPP (Associazione Benefica Solidarietà Popolo Palestinese). Noto per le sue posizioni filo Hamas, alcune foto lo ritraggono con i pezzi grossi del movimento islamista, Ismail Hanyeh e Khaled Mashaal. Pochi giorni dopo il terrore stragista scatenato Israele il 7 ottobre Hannoun dichiarava senza problemi: «L’attacco di Hamas? Legittima difesa».
Le ultime frasi del 30 marzo, che arringano i manifestanti sulle ambasciate israeliane nel mirino, suonano ancora più gravi dopo la chiusura della sede diplomatica dello Stato ebraico a Roma per timori di attentati. Prima che gli israeliani incenerissero un generale dei Pasdaran a Damasco attirandosi la probabile vendetta iraniana, Hannoun dichiarava in piazza a Milano: «Concludo, con applausi al popolo giordano, ai ribelli in Giordania che hanno costretto il sistema a chiudere l’ambasciata israeliana.
Chiediamo a tutti gli arabi di fare lo stesso, di cacciare tutte le ambasciate israeliane, chiuderle e trasformarle in centri di resistenza». E non pago inneggiava: «Un applauso per la resistenza dello Yemen, un applauso per la resistenza del Libano, dell’Irak...». Il riferimento è agli Houti che minacciano il traffico mercantile nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden, gli Hezbollah nella terra dei cedri e le milizie filo iraniane a Baghdad. «Le dichiarazioni di Hannoun, sia sui social che dal palco, sono molto serie. Ha definito “martire” un terrorista che faceva esplodere i mezzi di trasporto pubblico in Israele e per lui il 7 ottobre è “legittima difesa”.
Ha lodato gli Houthi e le rivolte contro le ambasciate israeliane in Medio Oriente facendo così eco a Hamas e alla Fratellanza musulmana. La cosa va avanti ormai da mesi» spiega al Giornale, Giovanni Giacalone analista della galassia jihadista. L’agitatore palestinese ha attaccato anche Liliana Segre e velatamente minacciato il governo italiano in un sermone dal pulpito di Genova, poi cancellato dai social, colpevole di essersi «schierato a favore di Israele». Per Hannuon chi lo fa è un «criminale». Su Facebook posta slogan che non lasciano dubbi: «Dal fiume (Giordano, ndr) al mare la Palestina sarà libera».
È l’obiettivo di Hamas che vuole cancellare Israele. Le autorità israeliane, ancora prima del 7 ottobre, avevano chiesto all’Italia di sequestrare i conti di Hannoun sospettato di finanziare frange estremiste.
Secondo lo Shin Bet, il servizio segreto interno dello Stato ebraico, l’architetto avrebbe avuto una disponibilità di mezzo milione di euro. La magistratura italiana ha indagato, ma l’inchiesta è finita in nulla a causa della mancata collaborazione dell’Autorità nazionale palestinese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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