Libano, base Unifil colpita da razzi di Hezbollah: quattro militari italiani feriti. Meloni: "Inaccettabile"

I soldati sono stati feriti da schegge di vetro e pietrisco quando la loro base è stata colpita. Sul posto sono stati trovati i resti di un razzo utilizzato dai terroristi sciiti

Libano, base Unifil colpita da razzi di Hezbollah: quattro militari italiani feriti. Meloni: "Inaccettabile"
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Quattro militari italiani della missione Unifil sono rimasti feriti "da schegge di vetro" dopo che la base di Shama, nel sud del Libano, è stata colpita. I quattro, secondo quanto si apprende da fonti di governo, non sarebbero in pericolo di vita. Stando alle prime ricostruzioni, la struttura sarebbe stata colpita da due razzi lanciati da Hezbollah. Uno di questi avrebbe impattato contro l'esterno del bunker, la cui struttura non avrebbe ceduto. Alcuni dei nostri militari sarebbero stati però investiti da schegge di vetro e pietrisco.

Sul posto sono state trovate tracce di almeno un vettore da 122 millimetri, che non è in dotazione all'esercito israeliano. Un team di Unifil si è recato nella base colpita per verificare le dinamiche dell'evento e ha confermato che due razzi hanno colpito la base. "Due razzi da 122 millimetri hanno colpito il quartier generale del Settore Ovest a Shama, provocando il ferimento di quattro caschi blu italiani che stanno ricevendo assistenza presso l'ospedale della base. Fortunatamente nessuno dei feriti è in pericolo di vita", si legge nella nota ufficiale rilasciata dalla missione d'interposizione delle Nazioni Unite. "I razzi, probabilmente lanciati da Hezbollah o gruppi affiliati, hanno colpito un bunker e un'area logistica utilizzata dalla polizia militare internazionale, provocando danni significativi alle infrastrutture vicine. Una delle strutture colpite ha preso fuoco, ma l'incendio è stato spento rapidamente dal personale della base":

I soldati italiani si trovavano all'interno dei bunker perché era scattato il livello di allerta 3, segnalato durante i momenti di particolare pericolosità causata da attacchi e scontri tra Israele e gli Hezbollah. La base di Shama era già stata colpita martedì 19 novembre da otto razzi da 107 millimetri, sparati sempre dai terroristi del Partito di Dio. In quell'occasione nessuno dei nostri soldati era stato ferito. Quattro giorni prima, il 15 novembre, un proiettile di artiglieria israeliana era caduto sul tetto della palestra dell'installazione Unifil senza esplodere. "Stiamo ancora analizzando la traiettoria dei razzi esplosi, e confermiamo le condizioni lievi dei militari feriti", ha riferito all'Adnkronos Andrea Tenenti, portavoce del contingente Onu.

"Apprendo con profonda indignazione e preoccupazione la notizia dei nuovi attacchi subiti dal quartier generale italiano di Unifil nel sud del Libano, che hanno causato anche il ferimento di alcuni nostri militari impegnati in missione di pace. Desidero esprimere la solidarietà e la vicinanza mia e del Governo ai feriti, alle loro famiglie e sincera gratitudine per l’attività svolta quotidianamente da tutto il contingente italiano in Libano", ha dichiarato il presidente del Consiglio Giorgia Meloni. "Ribadisco ancora una volta che tali attacchi sono inaccettabili e rinnovo il mio appello affinché le parti sul terreno garantiscano, in ogni momento, la sicurezza dei soldati di Unifil e collaborino per individuare in tempi brevi i responsabili".

Su quanto accaduto è intervenuto anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani: "Dovrebbero essere due missili lanciati da Hezbollah, è inaccettabile quello che sta accadendo. Non ci sono feriti gravi, parliamo di escoriazioni. Pare che un luogotenente abbia delle ferite leggere". "Come lo abbiamo detto a Israele, così lo diciamo con altrettanta fermezza a Hezbollah: i militari italiani non si possono toccare", ha proseguito il titolare della Farnesina. "È inaccettabile che la base Unifil sia stata colpita ancora una volta", ha dichiarato invece il ministro della Difesa Guido Crosetto. "Parlerò con il mio omologo israeliano, le basi Unifil non possono essere usate come uno scudo. I terroristi nel sud del Libano metto a rischio la sicurezza dei caschi blu".

Crosetto ha anche affermato di aver contattato il comandante del contingente, Stefano Messina, per sincerarsi delle condizioni dei nostri militari. "Ho anche contattato la mia controparte libanese ribadendo che il contingente italiano di Unifil permane nel sud del Libano per offrire una finestra di opportunità alla pace e non può diventare ostaggio degli attacchi delle milizie".

In una nota ufficiale diffusa nel pomeriggio, l'Unifil ha esortato "e parti in lotta a evitare di combattere vicino alle sue postazioni. L'inviolabilità dei locali e del personale delle Nazioni Unite deve essere sempre rispettata.

Qualsiasi attacco contro le forze di pace costituisce una grave violazione del diritto internazionale e della Risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Gli attacchi deliberati o accidentali contro le forze di pace in servizio nel Libano meridionale devono cessare immediatamente per garantire la loro sicurezza e sostenere il diritto internazionale".

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