Caro Ivano,
sai come si dice, persino un orologio rotto segna l'ora giusta due volte al giorno. Ebbene, il presidente francese Macron, che non ne azzecca quasi mai una, qualche volta ci sorprende in positivo, ma non è questo a renderlo ai miei occhi intelligente, non esageriamo, su. Se lo fosse stato, avrebbe evitato di continuare a gettare benzina sul fuoco e avrebbe agito in favore della pace. Invece le sue provocazioni sono state sempre più insistenti ed esse hanno generato una sorta di escalation del conflitto proprio nelle ultime settimane, ossia hanno portato ad un inasprimento dei toni e ad un irrigidimento delle posizioni. E tutto questo in guerra si traduce in vittime. È probabile che, riflettendoci su, il presidente si sia pentito di certe sue dichiarazioni e che la scelta della Francia di invitare la Russia il 6 giugno prossimo alle celebrazioni per l'ottantesimo anniversario dello sbarco in Normandia, evento che segnò il concreto inizio della fine della Seconda guerra mondiale nonché la sconfitta del nazismo, nasca da una volontà di porre rimedio agli errori di recente compiuti da Macron stesso. Di questi mi tocca riconoscere con ammirazione oggi l'arditezza, il coraggio di distaccarsi da una determinata narrazione dominante nonché dall'ordine universale di boicottare, isolare, infangare, emarginare la Russia e Putin. Del resto, è soltanto mutando atteggiamento e strategia che la situazione globale può cambiare, altrimenti permarremo in questo stallo, il quale fino a ieri sembrava potere evolvere solamente in negativo, ovvero verso lo scontro totale. La situazione internazionale, caratterizzata dall'assenza di un ordine mondiale nonché da una instabilità prolungata ed estesa, è estremamente delicata e non ci possiamo permettere di essere leggeri e di fare altri sbagli. I Paesi tutti si stanno riarmando, sono pronti a combattere. La tensione è ai massimi storici. Credo che Macron abbia valutato tutto questo e che il suo sia indubbiamente un segno di distensione, un gesto di apertura. Non si può predicare la pace, chiederla e sostenere di volerla, e poi non fare niente di niente per costruirla. Ed è questa la maniera in cui ci stiamo comportando. Anzi, di fatto ci siamo impegnati alacremente per agevolare la guerra, dipingendo Putin quale nuovo Hitler, boicottando la Russia, dicendo che le elezioni russe non sono state democratiche e che Putin sia quindi un presidente illegittimo pur essendo stato votato dalla quasi totalità dei cittadini russi elettori. Sia chiaro: non sono un fan di Putin. Tuttavia riconosco che non possiamo non interagire con lui se vogliamo riportare la pace in Europa eludendo l'ipotesi non remota di una guerra nucleare.
Interessante è notare come la decisione della Francia abbia stupito non solo noi ma anche e soprattutto Usa e Gran Bretagna, in questo caso in negativo, dato che questi Paesi, i cui funzionari stanno redarguendo Macron per la sua iniziativa, non condividono affatto l'idea di rapportarsi a Putin, di includere la Russia, di trovarsi ad uno stesso evento con Putin o con chi per lui. Ma la Francia sarà libera o no di invitare chi le pare ad una festa nazionale che si svolge sul proprio territorio? Io dico che lo è e che siamo stanchi di queste continue ingerenze da parte degli Stati Uniti. Siamo alleati. Ma non siamo sudditi di Biden.
Mi auguro che la Russia accolga l'invito, sebbene sia evidente che Putin, il quale ha già preso parte più volte a queste celebrazioni insieme ad altri capi di Stato, non potrà essere
presente, gravando su di lui un mandato di cattura internazionale.Ma un invito è già qualcosa. È già lo spiraglio di un canale di comunicazione. Unica via possibile per addivenire davvero a quella pace bramata da tutti i popoli.
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