Gli Houthi si stanno preparando a nuovi attacchi da parte dell’esercito americano. Stando a quanto riferito dal quotidiano libanese Al Akhbar, affiliato agli Hezbollah, i ribelli yemeniti stanno monitorando “i preparativi degli Stati Uniti per una vasta campagna aerea contro lo Yemen, che includerà anche un attacco via terra”. Secondo fonti della milizia allineata con l’Iran, le operazioni sul terreno saranno condotte da “fazioni fedeli agli Emirati Arabi Uniti, su più fronti”.
Gli stessi informatori hanno anche dichiarato che “recentemente Israele ha condotto un'esercitazione militare che ha coinvolto l'Arabia Saudita e altri Paesi arabi presso la base aerea di Al Dhafra negli Emirati”. Il riferimento è all’esercitazione “Desert Flag 9”, che ha visto anche la partecipazione di Turchia, Oman, Kwait, Francia, Corea del Sud, Regno Unito e Germania. Nessuna fonte riporta la presenza di unità delle Idf, il che fa pensare che queste dichiarazioni siano volte a screditare la leadership araba agli occhi della popolazione accusandola di collaborazione con lo Stato ebraico.
Per quanto riguarda la possibilità di operazioni di terra in Yemen, vi sono diversi dubbi riguardo a quanto affermato dal quotidiano allineato con i terroristi libanesi. Innanzitutto, gli Emirati Arabi Uniti si sono sfilati dalla coalizione anti-Houthi a guida saudita già nel 2019. È improbabile dunque che vogliano farsi nuovamente coinvolgere in un conflitto nel Paese.
Dal 2022, inoltre, è in vigore un cessate il fuoco tra le parti. Questo non esclude del tutto la possibilità che gli Stati Uniti facciano pressioni sui partner del Golfo per attaccare nuovamente i ribelli, considerando che le azioni ostili degli Houthi nel Mar Rosso danneggiano anche gli interessi degli attori locali. Bisogna però considerare che i miliziani filo-Iran si sono erti a sostenitori della causa palestinese, molto sentita nel mondo arabo, e hanno guadagnato popolarità grazie ai loro attacchi contro le navi civili legate a Tel Aviv e Washington. Operazioni militari contro di loro potrebbero avere ripercussioni interne per gli Stati coinvolti.
April 28 Red Sea Update
— U.S. Central Command (@CENTCOM) April 29, 2024
Between 1:48 and 2:27 a.m. (Sanaa time), April 28, U.S. Central Command (USCENTCOM) successfully engaged five airborne unmanned aerial vehicles (UAV) over the Red Sea.
It was determined the UAVs presented an imminent threat to U.S., coalition, and… pic.twitter.com/KzVTsX9eA3
Una ripresa dei bombardamenti Usa è lo sviluppo più probabile. Le forze americane sono impegnate nella regione dal novembre scorso, quando gli Houthi hanno dato il via ai loro raid contro i mercantili legati allo Stato ebraico e ai suoi alleati per manifestare il proprio sostegno a Gaza.
Lunedì 29 aprile, il Centcom (Comando centrale degli Stati Uniti) ha riferito che le forze armate di Washington hanno abbattuto cinque droni dei ribelli che “rappresentavano una minaccia imminente per gli Usa, la coalizione e le navi mercantili nella regione”. Lo stesso giorno, una nave battente bandiera maltese partita dal Gibuti e diretta in Arabia Saudita è finita nel bersaglio di un attacco missilistico. Non vi sono rapporti di danni o feriti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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