Nella roccaforte di Hezbollah tra raid aerei e chiamate al "martirio" di Hezbollah

A Nabatieh è scontro aperto tra Hezbollah e le forze di Israele. La città è bersaglio dei caccia di Tel Aviv e i miliziani sciiti usano i funerali come occasioni per la chiamata al "martirio. Domani in edicola il reportage completo

Nella roccaforte di Hezbollah tra raid aerei e chiamate al "martirio" di Hezbollah
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Nabatieh, roccaforte di Hezbollah nel Sud del Libano, è devastata dai pesanti bombardamenti israeliani. Lungo la strada deserta verso la città, si percepisce un clima di distruzione e morte. Gli edifici sventrati e il fumo grigio che avvolge la zona creano un paesaggio apocalittico. Il municipio non esiste più, distrutto insieme al sindaco Ahmad Kahil e a 40 persone, vittime dei raid.

Nell'ospedale, i cadaveri riempiono la cella frigorifera, mentre il personale medico, compreso un padre la cui figlia ha assistito agli orrori, chiede aiuto all'Europa per fermare la guerra. Hezbollah sfrutta la tragedia per rafforzare il proprio sostegno, incitando al martirio durante i funerali delle vittime, tra cui ragazze appena maggiorenni, uccise in un attacco.

Le immagini dei leader sciiti uccisi da Israele tappezzano la città, diventata simbolo della nuova fase

della guerra, con i civili presi tra i continui scontri tra le forze israeliane e i militanti di Hezbollah, pronti a combattere fino alla morte.

Domani in edicola con Il Giornale il reportage completo

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