"Netanyahu ha visitato Rafah": cosa c'è dietro la mossa del primo ministro israeliano

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha effettuato una visita a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, ed è rientrato in Israele

"Netanyahu ha visitato Rafah": cosa c'è dietro la mossa del primo ministro israeliano
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Nelle ultime ore Benjamin Netanyahu si è recato in visita a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, per poi rientrare in Israele. La notizia è stata diffusa dall'ufficio del primo ministro e, secondo quanto riportato dal Times of Israel, ulteriori dettagli dovrebbero emergere a breve. Nel frattempo proseguono le operazioni militari di Tel Aviv contro Hamas: le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno riferito dell'uccisione di vari obiettivi legati ad Hamas e alla Jihad Islamica. Lontano dai campi di battaglia, invece, prosegue la diplomazia, anche se i negoziati tra le parti si trovano di fronte a 4 ostacoli principali che impediscono finora di raggiungere un accordo di tregua.

La visita di Netanyahu a Rafah e le mosse di Israele

Nessuno si aspettava che Netanyahu potesse visitare Rafah. Al momento non sono filtrate ulteriori notizie ma la mossa del primo ministro è emblematica e potrebbe seguire i successi registrati sul campo dalle Idf. La visita a sorpresa di Netanyahu nel sud di Gaza giunge a pochi giorni dal suo atteso discorso davanti al Congresso degli Stati Uniti. La visita a Rafah è stata annunciata inoltre poche ore dopo che il ministro israeliano della Sicurezza nazionale, il politico di estrema destra Itamar Ben-Gvir, si è recato nel luogo sacro più sensibile di Gerusalemme, la Spianata delle moschee, una mossa che rischia di avere ripercussioni sui delicati colloqui per il cessate il fuoco. Una delegazione israeliana di negoziatori è arrivata al Cairo ieri per i colloqui.

L'esercito israeliano ha fatto sapere di aver completato la demolizione di un tunnel usato dai miliziani di Hamas per cercare di infiltrarsi in Israele proprio da Rafah. Il tentativo di infiltrazione risale allo scorso 6 giugno, quando "quattro terroristi di Hamas hanno utilizzato il tunnel di Rafah, nella parte meridionale di Gaza, per avvicinarsi al confine israeliano". Il tunnel si trovava a circa 200 metri dal confine, secondo l'Idf.

Le stesse Idf hanno ucciso un comandante delle forze navali della Jihad islamica palestinese, Anas Murad, nell'area di Gaza City, nel nord della Striscia. Le forze di Tel Aviv hanno precisato che il miliziano è stato eliminato in un'operazione congiunta con l'agenzia di intelligence per gli affari interni Shin Bet. In un attacco aereo separato, le forze israeliane hanno ucciso anche un altro membro della Jihad islamica, Ahmed al Masri, che secondo le Idf aveva partecipato all'attacco del 7 ottobre 2023 contro lo Stato ebraico. Inoltre, "era stato responsabile del lancio di un gran numero di razzi" dalla zona di Shejaiya a Gaza City.

Negoziati a rilento?

In merito ai negoziati ci sarebbero quattro ostacoli che sarebbero emersi ora che una delegazione israeliana è arrivata al Cairo. Fonti vicine ai colloqui spiegano all'emittente televisiva al Arabiya che il primo punto critico è la questione dei prigionieri rapiti, di cui Israele chiede il rilascio. Il secondo punto include la richiesta di Netanyahu che i militanti di Hamas non ritornino nel nord della Striscia di Gaza, mentre il terzo punto è il suo desiderio che le forze israeliane rimangano al valico di Rafah nel sud della Striscia di Gaza.

Per quanto riguarda il quarto punto di contrasto si tratta del desiderio di Netanyahu "che un cessate il fuoco a tempo indeterminato non sia vincolante per Israele". Le fonti affermano inoltre che Netanyahu "insiste anche su un meccanismo indipendente per garantire che nessun membro di Hamas o del movimento della Jihad islamica, o le loro armi, possano tornare nel nord della Striscia di Gaza".

Un altro potenziale punto di contesa è la clausola che impone a Israele di ritirare le sue forze dalle aree popolate di Gaza.

Mentre Hamas e Il Cairo chiedono che qualsiasi ritiro includa la città di Rafah e il valico di frontiera con l'Egitto, Netanyahu ha affermato che la continua presenza israeliana lì è "di fondamentale importanza". Secondo la proposta annunciata dal presidente Usa, Joe Biden, il sedicesimo giorno della tregua iniziale, Israele e Hamas inizieranno i colloqui sulla seconda fase.

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