Mosca potrebbe passare all'uso di armi nucleari come risposta alla minaccia ucraina, pur se attaccata da armamento convenzionale. Ad annunciarlo oggi il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, riferendosi alle novelle circa la dottrina nucleare russa vergata dal presidente Vladimir Putin in un nuovo decreto. Il cambio di passo assume ancora più valore alla luce del fatto che le forze di difesa ucraine avrebbero colpito per la prima volta il territorio russo con gli ATACMS forniti dagli Usa. Lo riporta Rbc-Ukraine: secondo la fonte, il bersaglio è una struttura militare vicino alla città di Karachev nella regione di Bryansk, a circa 130 chilometri dal confine con l'Ucraina.
Cosa prevede la nuova dottrina nucleare russa
Come spiega il recente aggiornamento, la Federazione Russa si riserva il diritto di utilizzare armi nucleari anche in caso di aggressione con armi convenzionali contro di essa e contro la Bielorussia se ciò costituisse una minaccia "esistenziale", ovvero una minaccia critica alla loro sovranità o integrità territoriale da parte di uno Stato non nucleare ma sostenuto da una potenza nucleare. In altre parole, l'avvertimento è soprattutto all'Ucraina e agli Stati Uniti.
La versione precedente della dottrina nucleare russa era stata approvata nel giugno 2020, sostituendo un documento analogo in vigore per dieci anni. Secondo il Cremlino, il principio fondamentale della dottrina è che l'uso di armi nucleari è una misura di ultima istanza per proteggere la sovranità del Paese. L'emergere di nuove minacce e rischi militari ha, tuttavia, spinto la Russia a chiarire le condizioni per l'uso di armi nucleari. In particolare, la dottrina modificata amplia la gamma di Paesi e alleanze militari soggetti a deterrenza nucleare, nonché l'elenco delle minacce militari che questa dovrebbe contrastare.
Come ogni volta che la Russia tira fuori dal cilindro la minaccia nucleare, torna a farsi sentire il vicepresidente del consiglio di sicurezza russo Dmitri Medvedev. "Oggi è stata approvata una nuova versione dei Fondamenti della politica statale nel campo della deterrenza nucleare. L'uso dei missili della Nato in questo modo può ora essere qualificato come un attacco da parte dei Paesi del blocco contro la Russia. In questo caso sorge il diritto di reagire con armi di distruzione di massa contro Kiev e le principali installazioni della Nato, ovunque si trovino. E questa è già la Terza Guerra Mondiale", ha affermato su Telegram, aggiungendo: "Il vicepresidente del consiglio di sicurezza russo Dmitri Medvedev. "Forse il vecchio Biden ha davvero deciso di morire con grazia, portando con sé una parte significativa dell'umanità".
Norme più restrittive
Peskov ha aggiunto che qualsiasi decisione relativa all'eventuale uso di armi nucleari "spetta al presidente della Federazione russa" che, "se lo ritiene necessario" può "informare i vertici politico-militari di altri Stati o organizzazioni internazionali sulla disponibilità della Federazione Russa all'uso di armi nucleari o sulla decisione presa di utilizzare armi nucleari, nonché per quanto riguarda il fatto del loro utilizzo". Le dichiarazioni al vetriolo arrivano in seguito all'annuncio da parte dell'amministrazione Biden di concedere a Kiev l'uso degli ATACMS per difendere il territorio del Kursk, oggetto dell'offensiva estiva di Kiev.
"L'obiettivo della deterrenza nucleare è quello di garantire che i potenziali avversari si rendano conto dell'inevitabilità della vendetta in caso di aggressione contro la Russia e i suoi alleati": così Peskov, ha commentato la firma da parte di Putin del decreto sulla nuova dottrina nucleare russa. "La Russia ha sempre considerato le armi nucleari come una misura di deterrenza, il loro uso come una necessità forzata ed estrema", ha aggiunto Peskov. Mosca si riserva inoltre il diritto di considerare una risposta nucleare a casi come un lancio su larga scala di aerei, missili e droni nemici che prendono di mira il territorio russo, il loro attraversamento del confine russo e un attacco alla Bielorussia.
Le basi NATO in allerta
La nuova dottrina nucleare russa non solo spalanca le porte allo spauracchio nucleare in Europa, ma mette in allerta tutte le basi Nato, ora ancor più in pericolo perché "facile" bersaglio. La decisione dell'Occidente di autorizzare l'uso di armi a lungo raggio per attacchi all'interno della Russia dà a Mosca mano libera per attaccare le basi NATO, ha riferito alla Tass Dmitry Suslov, vicedirettore del Center for Comprehensive European and International Studies presso la Higher School of Economics. "I rischi di escalation stanno certamente aumentando drasticamente", ha sottolineato. "Mosca ha spiegato che vede e vedrà attacchi a lungo raggio come l'ingresso diretto degli Stati Uniti e dell'Occidente nella guerra contro la Russia.
Di conseguenza, dovranno essere prese alcune misure che causerebbero danni diretti e immediati ai paesi occidentali e agli Stati Uniti, fino agli attacchi missilistici diretti della Russia alle loro strutture militari, che certamente non coinvolgeranno testate nucleari. Tuttavia, è una decisione di ultima istanza", ha osservato l'esperto.
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