Obici nordcoreani in Crimea: il giallo di una nuova offensiva a Kherson

I russi stanno spostando obici e lanciarazzi nordcoreani nella Crimea settentrionale. Si teme che si prepari un nuovo attacco oltre il fiume Dnepr nella regione di Kherson

Obici nordcoreani in Crimea: il giallo di una nuova offensiva a Kherson
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Un treno carico di obici semoventi nordcoreani “Koksan” è stato recentemente avvistato in una stazione ferroviaria nella parte settentrionale della Crimea.

Lo spostamento degli obici, 7-8 caricati sul treno insieme a camion da trasporto militare, evidenzia la continua mobilitazione di mezzi russi nella penisola di Crimea che potrebbe essere propedeutica a un attacco sulla sponda destra del fiume Dnepr. Le immagini hanno anche mostrato un veicolo di trasporto e carico associato al sistema lanciarazzi multiplo M1991 da 240 millimetri sempre di fabbricazione nordcoreana, che rafforza la possibilità che questi mezzi verrebbero utilizzati per un attacco in profondità nelle retrovie ucraine.

L'obice M1978 “Koksan” da 170 millimetri ha una gittata di 40 chilometri, che possono diventare 60 con proiettili autopropulsi, mentre il lanciarazzi M1991, derivato dal sovietico BM-24, ha una gittata massima compresa tra i 40 e i 60 chilometri.

Inoltre, a partire dal 22 marzo, il fronte meridionale si è riacceso con scontri ad alta intensità lungo il fiume Dnepr nei pressi di Kozachi Laheri, non lontano dalla città di Kherson. Tali scontri potrebbero essere delle azioni di sondaggio delle difese ucraine da parte delle forze russe. Lo Stato maggiore ucraino ha riferito il 31 marzo e il primo aprile che l'esercito russo condotto operazioni offensive in direzione del fiume nell'oblast di Kherson occupato, dove attualmente sono presenti forze aviotrasportate russe appartenenti alla 104esima Divisione.

Si tratta di una manovra diversiva per costringere gli ucraini a stornare truppe dal Donbass per difendere la città di Kherson e la relativa regione sulla sponda destra del fiume Dnepr?

Può essere, ma sappiamo che quel territorio ha un alto valore simbolico e strategico per Mosca, che infatti ha proceduto a invadere nei primi giorni di guerra, anche grazie a tremendi errori di valutazione dello Stato maggiore di Kiev che in quell'area non ha provveduto a far saltare i ponti sul fiume, come invece ha fatto altrove, per contenere/fermare l'avanzata russa. Sappiamo che controllando tutta la regione di Kherson, su entrambe le sponde dello Dnepr, si controlla l'accesso alla più importante via d'acqua dell'Ucraina, utilizzata per la navigazione interna.

Kherson è poi un territorio che bisogna occupare per puntare ancora più a ovest e raggiungere Odessa, e se si raggiungesse Odessa l'Ucraina non avrebbe più accesso al mare.

Fantascienza? Dal punto di vista militare forse, ma dal punto di vista politico è proprio quello che vorrebbe ottenere il Cremlino: ci hanno provato nei primi giorni di guerra, quando da Kherson hanno puntato verso Mykolaiv sperando di sfondare in direzione di Odessa, e lo ribadisce e l'ha ribadito più volte la presidenza parlando di “Novorossiya”, termine utilizzato dalla Russia zarista per indicare una vasta regione ucraina (da Bakhmut sino a Odessa) a partire dal 1764 quando venne conquistato il khanato di Crimea.

Sarebbe fattibile dal punto di vista militare? In questo momento la Russia non avrebbe le forze per operare uno sbarco in forze oltre il fiume Dnepr, in quanto manca del necessario supporto dato dai mezzi anfibi e non ha ottenuto la superiorità aerea localmente: i droni ucraini colpiscono le posizioni russe in Crimea nonostante le difese aeree.

Il cessate il fuoco nel Mar Nero – peraltro riguardante solo la sicurezza della navigazione, gli attacchi terrestri dal mare continuano – unito all'accordo sullo stop dei reciprochi attacchi alle infrastrutture energetiche, potrebbe però aprire una finestra di opportunità per Mosca: recuperare forze e risorse per un colpo di mano riposizionando assetti navali importanti, spostati nei porti orientali del Mar Nero, nella penisola di Crimea.

Cessate il fuoco però non significa

smobilitazione, e gli ucraini hanno già dimostrato durante tutto l'arco del conflitto di sapere imbastire una lotta asimmetrica sul mare (e sugli specchi d'acqua) in grado di infliggere sonore perdite ai russi.

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