Ora Zelensky punta le armi su Putin per fermare l'avanzata russa

Il conflitto entra in una fase cruciale. Mosca prepara un nuovo attacco: ammassati nel Kursk 50mila soldati, russi e nordcoreani. Ma Kiev ha un asso nella manica: le armi a lungo raggio

Ora Zelensky punta le armi su Putin per fermare l'avanzata russa
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La guerra in Ucraina sta per entrare in una delle sue fasi più cruciali. Prima dell’avvio della presidenza Trump e di un diverso tipo di mediazione di Washington verso Mosca entrambi i contendenti stanno cercando di ottenere il massimo dei vantaggi possibili prima di un congelamento del conflitto. Mosca al momento gode di un certo vantaggio sul terreno e soprattutto di un afflusso di forze fresche che l’Occidente invece non può offrire all’Ucraina. Si tratta delle truppe fornite dalla Nord Corea. L’esercito russo avrebbe raccolto, secondo fonti giornalistiche, circa 50mila soldati, che includerebbero sia truppe russe sia militari nordcoreani, in vista dell’inizio di un assalto che punterebbe a riprendere il controllo del territorio preso dall’Ucraina nella regione russa di Kursk. Lo riporta il New York Times citando funzionari americani e ucraini. Fonti ucraine ritengono che nei prossimi giorni inizierà una controffensiva su vasta scala. La Russia avrebbe ammassato queste forze senza dover ritirare soldati dall’est dell’Ucraina, che è la sua principale priorità sul campo di battaglia, il che permette a Mosca di premere su più direttrici contemporaneamente.

In questa complessa situazione la risposta ucraina può essere solo sul versante della tecnologia e delle armi a lungo raggio. Su quelle fornite dall’Occidente ci sono dei precisi limiti. Ecco che allora Kiev sta cercando di accelerare la sua produzione propria. Secondo quanto ha appena dichiarato il presidente Volodymyr Zelenskyy, l'industria militare ucraina ha prodotto più di 100 missili nel 2024. Nel suo discorso quotidiano, ha evidenziato i progressi dell'Ucraina in vari settori della produzione di armi, tra cui artiglieria, droni e missili. Ma questo sarebbe il dato più rilevante.

Attualmente, oltre 800 aziende sono coinvolte nella produzione di armi per le forze di difesa ucraine, secondo Zelenskyy. E in questo settore pesa la collaborazione di alcuni Paesi europei che se sono restii sulle forniture dirette ben vedono il "fai da te" di Kiev. Ha citato le partnership con la Danimarca, che ha investito in impianti di produzione. All'inizio di agosto, il governo ucraino ha anche stanziato fondi aggiuntivi per sostenere il suo programma di produzione di vettori a lungo raggio. Entro la fine di settembre, è stato spiegato che parte dei fondi di credito dell'Unione europea, garantiti da beni russi congelati, sarebbero stati diretti all'acquisto di missili e droni a lungo raggio di produzione nazionale. Ovviamente molto è coperto da segreto militare ma il modello di riferimento per i nuovi vettori è il missile navale Neptune. Prima dell'invasione su vasta scala, l'Ucraina aveva in fase di sviluppo vari programmi missilistici, tra cui questo missile da crociera antinave. Nell'aprile 2023 è stato rivelato che l'Ucraina stava adattando il missile Neptune per obiettivi terrestri. La nuova versione, con una portata massima di 400 chilometri e una testata da 350 chilogrammi, include sistemi di guida aggiornati, navigazione satellitare e capacità di homing a infrarossi per una maggiore precisione. Potrebbe fare la differenza per colpire le retrovie più lontane dei russi. E dietro l’angolo potrebbero esserci anche missili balistici più potenti.

Nella corsa contro il tempo degli ucraini pesa molto anche l’ultimo pacchetto di aiuti stanziati dall’amministrazione Biden. Secondo il Wall Street Journal, Washington invierà a Kiev più di 500 missili intercettori per i sistemi patriot e Nasams. La loro consegna è prevista nelle prossime settimane. A questi potrebbero aggiungersi altri sei miliardi di dollari. Inoltre, il Pentagono ha autorizzato, per la prima volta dall’inizio della guerra, gli appaltatori americani a riparare le attrezzature fornite alle forze armate ucraine, pratica in precedenza vietata perché considerata troppo rischiosa. Una mossa letta come uno sgarbo a Trump da molti analisti. In realtà la volontà trumpiana di giungere ad una soluzione rapida difficilmente può coincidere con un tracollo dell’Ucraina, che metterebbe il nuovo presidente in una condizione imbarazzante.

Quindi la scelta potrebbe essere prettamente militare e semplicemente dare il tempo alla diplomazia Usa di fare il suo lavoro, pur nella nuova impostazione trumpiana. Negli Stati Uniti il concetto di interesse nazionale ha ancora un valore bipartisan, anche se per noi può sembrare stupefacente.

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