Continua la pioggia di fuoco sull’Ucraina. Nella mattina dell'8 gennaio, in tutto il Paese è scattato l’allarme aereo dopo che le forze armate russe hanno lanciato diverse salve di missili contro sei regioni. Esplosioni sono state segnalate a Kharkiv, Zaporizhzhia, Dnipro e Kryvyi Rih, la città natale del presidente Volodymyr Zelensky. Il bilancio, per il momento, è di 4 morti e 34 feriti, ma stando a quanto riferito dai soccorritori diverse persone si trovano ancora sotto le macerie e i numeri delle vittime potrebbero aumentare.
Due donne, una di 62 e l'altra di 63 anni, sono state uccise in un raid nella comunità residenziale di Lozuvata, nel distretto di Kryvyi Rih, mentre i corpi senza vita di un 60enne e un 90enne sono stati recuperati a Zmiiv, nel distretto di Chuhuiv (oblast’ di Kharkiv). Nella stessa città, un 88enne è rimasto ferito e le squadre di soccorso sono ancora al lavoro per salvare un’altra donna bloccata sotto le macerie. A Khmelnytsky, capoluogo dell’omonimo oblast’, sono stati registrati altri due morti e a Novomoskovsk un minibus si è ribaltato a seguito di un’esplosione provocando il ferimento di 24 persone, tra cui 5 bambini. Si sta ancora indagando per definire le tipologie di missili usati durante gli attacchi e non è chiaro se siano stati coinvolti anche sciami di droni kamikaze.
La Russia mantiene dunque una pressione elevata su Kiev, sfruttando la riduzione del supporto occidentale e costringendo il Paese invaso a dare fondo alle munizioni dei suoi sistemi di difesa aerea. Stando ai dati diffusi dallo Stato maggiore ucraino, le forze di Mosca hanno lanciato complessivamente 125 missili dall’inizio dell’anno ed effettuato più di 400 attacchi aerei. Il bombardamento per ora più consistente del 2024 è avvenuto il 2 gennaio, quando l’aviazione del Cremlino ha diretto circa 85 vettori, tra cui una dozzina di Kinzhal, contro diverse regioni del Paese. Il bersaglio principale è stato la città di Kharkiv, durante il quale i russi hanno utilizzato per la prima volta dall’inizio della guerra missili provenienti dalla Corea del Nord. Questo attacco ha seguito di pochi giorni il devastante bombardamento della notte tra il 28 e il 29 novembre, il più massiccio dall’inizio del conflitto con 158 missili e droni diretti contro Kiev e altri obiettivi. Nella sola capitale, sono morte oltre 30 persone.
Le autorità di Mosca hanno affermato più volte di aver preso di mira fabbriche, centri di riparazione di armi e altre strutture militari, ma video e testimonianze provenienti dai luoghi bombardati mostrano zone residenziali e strutture civili rase al suolo.
Sembra, dunque, una replica di quanto avvenuto nell’inverno scorso, quando l’armata di Putin ha puntato alla distruzione dell’infrastruttura energetica del Paese e i centri abitati nel tentativo di piegare la popolazione e costringere Zelensky alla resa.
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