L'Europa ha un grave problema di sicurezza interno, figlio anche di politiche ideologiche, che in passato hanno permesso a chiunque di entrare senza controllo. Oggi, nel cuore del Vecchio Continente ci sono intere comunità ostili alla democrazia occidentale, che premono per destabilizzarla. Ma mentre sempre più Paesi si muovono per trovare un rimedio a questa deriva, come la Germania, la Francia prosegue ostinatamente lungo una strada che è stato ormai acclarato essere deleteria, se non pericolosa. Ed è in questo contesto che va letto quanto è accaduto domenica sera a Parigi, durante una delle tante manifestazioni pro-Palestina. Sul palco hanno preso il microfono vari e svariati oratori e tra questi è stato riconosciuto Elias d'Imzilène, pseudonimo di El Yess Zarelli, un nome ben noto alle forze dell'ordine francesi e alle autorità per essere un vicino ad ambienti estremisti.
Fondatore del sito Islam et Info, dal palco di Parigi non ha esitato a incitare i presenti, alcune centinaia, a "condurre l'intifada a Parigi, nei sobborghi e nelle banlieue". Un appello al quale da sotto il palco hanno applaudito con entusiasmo e convinta partecipazione. "La via della liberazione parte da Parigi", ha detto il microfono, aggiungendo che "presto Gerusalemme sarà liberata e potremo pregare al masjid al-Aqsa (la moschea al-Aqsa, a Gerusalemme)". E poi ha concluso: "Il genocidio ha dei complici. Si chiamano Biden, si chiamano Macron, Macron il ladro di elezioni, non è vero? Conosciamo i ladri, che vivono all'Eliseo e a Matignon. Li conosciamo. E siamo pronti a licenziarli?". I media francesi riferiscono che l'uomo potrebbe essere oggetto di una segnalazione "articolo 40" da parte del ministero dell'Interno in ragione di queste dichiarazioni in piazza
Il tenore di queste dichiarazioni non è in fondo diverso da quelle che vengono fatte anche in Italia, durante le manifestazioni pro-Palestina, con la differenza che Elias d'Imzilène dal 2021, stando a quanto riferito dalla stampa transalpina, sarebbe schedato con la "fiche S" dalle autorità francesi, ossia viene considerato un soggetto potenzialmente pericoloso per la sicurezza dello Stato. Europe1 riferisce che l'uomo sarebbe uno dei principali agitatori delle folle nel portare avanti la narrazione che dipinge la Francia come Paese islamofobo, per sobillare gli animi che poi scendono in piazza per manifestazioni che, più d'una volta, sono sfociate in scontri.
Il nome di Elias d'Imzilène risulterebbe in una nota dell'intelligence francese con la quale viene motivata la chiusura di una moschea nel 2017, perché considerata un luogo di radicalizzazione e di predicazione estremista, perché in base alle informazioni raccolte insegnava la lotta ai "miscredenti" e incoraggiava il jihad. Alla luce di questi precedenti, le parole pronunciate in piazza da colui che si definisce come un "influencer comunitario e politico musulmano", non possono che sollevare qualche perplessità e preoccupazione. Sempre Europe1 sostiene la vicinanza di Elias d'Imzilène con i Fratelli Musulmani e, inoltre, registra la sua vicinanza con gli ambienti politici della sinistra francese.
Due anni fa ha partecipato a una conferenza sull'islamofobia nel parlamento europeo e sono noti i suoi contatti con i deputati di La France insoumise, il partito di Jean-Luc Mélenchon. Solo pochi giorni fa è stato avvistato al fianco di Rima Hassan, europarlamentare francese nata in Palestina ed eletta proprio con il partito di Mélenchon.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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