"Pronti a un'azione potente". Netanyahu minaccia Hezbollah in Libano

Nel corso di una visita nel nord di Israele, il premier ha dichiarato che Tel Aviv non ha intenzione di rimanere passiva di fronte ai continui attacchi dei terroristi del Partito di Dio

"Pronti a un'azione potente". Netanyahu minaccia Hezbollah in Libano
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Non accenna a calare la tensione al confine nord di Israele. Mercoledì 5 giugno, il premier Benjamin Netanyahu ha visitato la città di Kiryat Shmona, vicina alla Linea blu, dove negli ultimi giorni si è registrata un’escalation degli scontri tra Idf ed Hezbollah. Il primo ministro di Tel Aviv ha lanciato un monito ai terroristi libanesi: lo Stato ebraico “è pronto a un’azione estremamente potente nel nord”.

Chi pensa di poterci fare del male e che noi resteremo seduti con le mani giunte ha commesso un grave errore”, ha aggiunto. Dal 7 ottobre, le regioni settentrionali di Israele sono state bersagliate da missili, droni e colpi di mortaio sparati dai miliziani del partito di Dio alleati di Hamas e Teheran. Oltre 60mila civili sono stati evacuati e le Idf hanno condotto diversi raid aerei e attacchi d’artiglieria oltre il confine. Tra la fine di giugno e l’inizio di maggio, come riportato dal Times of Israel, nella zona si sono verificati grandi incendi innescati proprio dai raid degli Hezbollah.

Le parole di Netanyahu sono arrivate un giorno dopo le dichiarazioni di fuoco del ministro della Sicurezza nazionale e leader dell’estrema destra Itmar Ben-Gvir. “Tutte le roccaforti di Hezbollah dovrebbero essere bruciate, dovrebbero essere distrutte. Guerra!”, ha tuonato durante la sua visita a Kiryat Shmona. Alle sue affermazioni hanno fatto eco quelle del capo di Stato maggiore delle Idf Herzi Halevi, secondo cui “si avvicina il punto in cui deve essere presa una decisione e le Idf sono pronte alla guerra in Libano”. Sulla questione è intervenuto anche il ministro e membro del gabinetto di guerra Benny Gantz: “Le ostilità al confine settentrionale con il Libano saranno risolte entro l'inizio del prossimo anno scolastico, il 1° settembre. Finirà con un accordo diplomatico o con un'escalation militare”.

Da parte loro, gli Hezbollah hanno fatto sapere di non avere intenzione di ampliare il conflitto contro Israele, ma di essere pronti a combattere nel caso in cui la situazione dovesse degenerare. “Qualsiasi espansione israeliana della guerra in Libano si scontrerà con devastazione, distruzione e sfollamento”, ha dichiarato il numero due del gruppo terroristico Naim Qassem, sottolineando che fino ad ora i miliziani hanno utilizzato solo una piccola parte del loro arsenale. La possibilità di operazioni su vasta scala delle Idf nel Paese dei cedri è sul tavolo dall’inizio del conflitto nella Striscia di Gaza.

Nei primi mesi di guerra, gli alleati di Tel Aviv hanno fatto pressioni sul governo di Netanyahu affinché limitasse i combattimenti alla Striscia di Gaza, per evitare l’innescarsi di un conflitto regionale che potrebbe trascinare in prima linea anche l’Iran.

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