Il neonato sembra dormire, se non fosse per il pigiamino, macchiato dal suo sangue. La drammatica foto, di una delle vittime più piccole e innocenti dei tagliagole islamici, è stata pubblicata su X dal governo israeliano. Il commento non lascia dubbi: «Questa è l'immagine più difficile che abbiamo mai postato. Siamo scossi mentre scriviamo, ma abbiamo bisogno che tutti sappiano cosa è accaduto». Il neonato senza vita è stato adagiato in un sacco per cadaveri bianco troppo grande per lui. Gli Erode di oggi l'hanno sgozzato o colpito alla testa, pietosamente oscurata, per non aggiungere un'ulteriore dose di orrore.
Il primo ministro, Benyamin Netanyahu, incontrando ieri il segretario di Stato americano, Antony Blinken, gli ha mostrato altre immagini terribili di bambini carbonizzati, bruciati vivi durante l'11 settembre lanciato da Hamas. I canali social di propaganda dei terroristi hanno rilanciato altre foto scioccanti dei corpi a terra di due soldati israeliani che difendevano il comando divisione sud. Non bastava ucciderli, ma li hanno decapitati portando via la testa. Il tagliagole si fa fotografare con il piede sul petto di uno dei due militari come se fosse un trofeo. Altri scatti mostrano i cadaveri, soprattutto di donne e anziani, ritrovati accasciati nelle pozze di sangue alle fermate degli autobus, in mezzo alla strada o vicino a una macchina che non è servita per la fuga.
Netanyahu ha paragonato «i mostri di Hamas all'Isis» sottolineando il lato disumano, che è evidente dalle stesse immagini utilizzate per inneggiare all'11 settembre subito da Israele. Nel kibbutz di Sufa, finito sotto attacco, l'esercito, riprendendo il controllo, ha trovato, assieme alle armi e munizioni del commando palestinese arrivato da Gaza, una bandiera nera dell'Isis con l'inequivocabile cerchio bianco e la scritta del Corano «non c'è altro Dio che Allah». Dieci anni dopo la nascita violenta del Califfato a Mosul rispuntano le tattiche del terrore dello Stato islamico con tanto di ostaggi, decapitazioni e massacri di bambini. In realtà Hamas ha soppresso per anni le cellule dell'Isis a Gaza uccidendo o incarcerando gli adepti del Califfo. «Attraverso i varchi nella barriera metallica degli israeliani è passato di tutto, anche i gruppi salafiti più sanguinari e incontrollabili», rivela una fonte del Giornale che parteggia per i palestinesi. Si calcola che siano stati fra i 2.500 e 3.500 i miliziani armati infiltrati in Israele; 1.500, in parte votati alla morte, sono stati eliminati dalle forze di sicurezza israeliane.
Fra il 2015 e 2016 la fazione dell'Isis a Gaza, che si chiamava «Sostenitori dello stato islamico a Gerusalemme» aveva anche attaccato unità di Hamas nella Striscia accusando il movimento fondamentalista di essere troppo moderato. Ancora prima erano stati spazzati via i salafiti di Jund Ansar Allah con un sanguinoso assalto in moschea. Almeno 100 membri dello Stato islamico erano stati arrestati da Hamas negli ultimi anni. L'appoggio ai sostenitori dell'Isis a Gaza arrivava dalla «provincia» del Califfato nel Sinai, dove gli egiziani hanno avuto grosse difficoltà a debellare la minaccia. Lo Shin Bet, l'intelligence interna, ha scoperto in ottobre una cellula dell'Isis in Israele, pronta ad un attacco terroristico a Nazareth.
Pochi mesi prima, un'altra cellula era riuscita a colpire ad Hadera, ma si pensava che il pericolo e l'influenza fossero limitati ad azioni di «lupi solitari». Forse sottovalutando che pezzi grossi che hanno disseminato nel mondo il verbo jihadista più sanguinoso erano palestinesi come Abu Qatada al-Filastini, Abu Muhammad al-Maqdisi e Abdallah Azzam. Pure il Califfo al Baghdadi aveva lanciato crociate verbali contro gli ebrei e un video dell'Isis si intitolava: «Sinai, la porta d'ingresso per Gerusalemme» attraverso Gaza.
Bandiere, metodi brutali, tattiche d'attacco fanno pensare che Hamas abbia copiato o utilizzato cellule di veterani, in passato rivali, che si ispirano all'Isis per seminare ancora più terrore durante l'11 settembre israeliano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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