Raid israeliano su una scuola dell'Unrwa: 18 morti. L'Onu: "Inaccettabile"

La scuola ospitava circa 12mila sfollati: nel raid hanno perso la vita sei operatori dell'Agenzia Onu per i Rifugiati palestinesi

Raid israeliano su una scuola dell'Unrwa: 18 morti. L'Onu: "Inaccettabile"
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Articolo in aggiornamento

Ieri sei membri dello staff dell'agenzia delle Nazioni Unite che assiste i rifugiati palestinesi, l'Unrwa, sono rimasti uccisi a Gaza durante due attacchi aerei israeliani hanno colpito una scuola trasformata in rifugio e i suoi dintorni.

Il quinto bombardamento sulla stessa scuola

"Si tratta del più alto numero di vittime tra il nostro personale in un singolo incidente", ha affermato l'organizzazione in un post su X. Secondo quanto riportato dai media, negli attacchi sono morte più di trenta persone. L'Unrwa ha affermato che tra le vittime figurano il responsabile del rifugio e altri membri del team. Le Idf hanno dichiarato che l'attacco mirava a un centro di comando di Hamas situato all'interno della scuola Al Jaouni, che, secondo Israele, veniva utilizzata dai miliziani per pianificare ed eseguire attacchi contro obiettivi israeliani.

Il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha deplorato lo spargimento di sangue: "Quello che sta accadendo a Gaza è totalmente inaccettabile", ha commentato dal suo profilo X. La scuola a Nuseirat, situata nella zona centrale della Striscia di Gaza, ospitava circa 12.000 sfollati, principalmente donne e bambini. Il portavoce del segretario generale delle Nazioni Unite, Stephane Dujarric, ha dichiarato che si tratta del quinto bombardamento che colpisce la stessa scuola dall'inizio del conflitto. "Condanniamo tutti gli attacchi aerei che prendono di mira i civili e le strutture delle Nazioni Unite", ha affermato Dujarric.

La condanna da parte dell'Unrwa

L'Unrwa ha invitato tutte le parti in conflitto a non utilizzare mai le scuole o le aree circostanti per scopi militari o di combattimento. "Nessuno è al sicuro a Gaza. Nessuno è risparmiato. Le scuole e le altre infrastrutture civili devono essere protette in ogni momento, non sono un bersaglio", si legge dal profilo X dell'Agenzia.

In precedenza, l'esercito israeliano aveva affermato che la sua aeronautica aveva "condotto un attacco preciso contro i terroristi che operavano all'interno di un centro di comando e controllo di Hamas " nel cortile della scuola, senza fornire dettagli sull'esito o sull'identità delle persone prese di mira. Secondo quanto dichiarato dall'ufficio stampa del governo di Hamas, circa 5.000 sfollati si erano rifugiati nella scuola quando è stata colpita mercoledì.

Philippe Lazzarini, commissario generale dell'Unrwa, ha descritto l'attacco come "una carneficina infinita e insensata, giorno dopo giorno". Lazzarini ha confermato che l'ultimo attacco ha portato a 220 il numero totale di dipendenti dell'agenzia morti a Gaza dall'inizio del conflitto.

Il sistema sanitario a pezzi

Un sistema sanitario a pezzi che sta comunque cercando di mantenere in vita la campagna vaccinale nel nord di Gaza contro la poliomielite. Più di 230 team sono sul campo per cercare di raggiungere tutti i bambini sotto i 10 anni con il primo lotto di vaccino contro la poliomielite, e dovranno farlo di nuovo tra quattro settimane. L'attacco ha sollevato dure condanne anche da parte dell'Organizzazione mondiale della sanità. Il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha affermato che "il massacro a Gaza deve finire" e ha denunciato su X la tragica situazione in cui "ospedali, scuole e rifugi sono stati bombardati ripetutamente, causando morti tra civili e operatori umanitari".

Voci di condanna giungono anche da Amman: il portavoce del ministero degli Esteri giordano, Sufyan al Qudah, ha denunciato l'azione come una "violazione del diritto internazionale" e ha chiesto un intervento immediato del Consiglio di sicurezza dell'Onu,

per fermare questi attacchi e proteggere il popolo palestinese. Al Qudah ha sottolineato che il bombardamento di una scuola dell'Onu rappresenta un nuovo "crimine di guerra" da parte di Israele.

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