Raid ucraino in Russia: sciame di droni contro una base aerea, distrutti sei bombardieri

Mosca ha negato le perdite, sostenendo che nell'attacco sarebbe stata colpita solamente una stazione elettrica. Varie fonti riportano il danneggiamento di altri otto velivoli e la morte di 20 soldati russi

Raid ucraino in Russia: sciame di droni contro una base aerea, distrutti sei bombardieri
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Nuovo duro colpo per l’aviazione russa. Le forze armate ucraine hanno annunciato di aver effettuato con successo un attacco all’aeroporto di Morozovsk, nella regione di Rostov. I funzionari della Difesa di Mosca hanno riferito di più di 40 droni lanciati dal Paese invaso, di cui 44 sarebbero stati “intercettati e distrutti”.

L’agenzia stampa Unian ha citato fonti informate di Kiev secondo cui nell’attacco sarebbero stati distrutti sei aerei, bombardieri Su-24, Su-24M e Su-34 utilizzati dalla Russia per sganciare bombe guidate sulle posizioni difensive in prima linea e sulle città ucraine. Altri otto velivoli sarebbero stati danneggiati. Di contro, il Cremlino ha riferito che nel raid è stata colpita solamente una sottostazione elettrica. Associated Press ha riportato entrambe le versioni, sottolineando come sia impossibile verificarle in modo indipendente.

Vari profili X che si occupano di geolocalizzare, confermare o smentire avvenimenti legati alla guerra in Ucraina hanno diffuso diverse versioni di quanto avvenuto. Secondo Geoconfirmed, nell’attacco sarebbero stati coinvolti almeno 100 droni, che avrebbero bersagliato anche Kursk, l’aeroporto di Engels, Belgorod, Voronezh e Rostov-sul-Don. Viségrad 24 ha diffuso un’immagine satellitare, dove si vedono alcuni dei velivoli stazionati alla base di Morozovsk. Secondo il canale Telegram della 25th Air assualt brigade ucraina, il raid avrebbe causato anche una ventina di vittime tra i militari russi. In un video comparso sui social, inoltre, è stato ripreso un drone che ha sorvolato la zona dell’attacco riproducendo ad altro volume la canzone tedesca Was wollen wir trinken.

Questo attacco è l’ennesima indicazione di come Kiev abbia deciso di cambiare strategia dopo il fallimento della controffensiva, passando dai tentativi di riconquiste territoriali a strike mirati contro le infrastrutture strategiche e militari della Federazione. Nel corso degli ultimi mesi, i droni ucraini hanno colpito raffinerie di petrolio e depositi di munizioni. A marzo, inoltre, partigiani russi hanno assaltato le regioni di confine in una serie di attacchi mordi-e-fuggi. L’obiettivo di questa strategia potrebbe essere duplice: da un lato, costringere Mosca ha spostare uomini e sistemi di difesa aerea lontani dal fronte; dall’altro, minare la credibilità interna di Vladimir Putin e delle forze armate, mostrando la loro incapacità di difendere la madrepatria.

In ogni caso, l’effetto sperato da Kiev potrebbe non essere sufficiente a ribaltare le sorti del conflitto.

La scarsità di munizioni e una rinnovata pressione delle forze di Mosca sta infatti costringendo i difensori ad arretrare in modo lento ma costante, verso grandi città che potrebbero presto diventare i nuovi capisaldi soggetti a lunghi e sanguinosi assedi.

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