L’Air Force One con a bordo il presidente Biden era partito da pochi minuti dall’aeroporto Ben Gurion quando è ricominciata la pioggia di razzi da Gaza nella parte centrale di Israele. Dopo una tregua di qualche ora sono tornate a suonare le sirene di allarme a Tel Aviv.
Intanto, mentre ancora si cerca di capire chi sia il responsabile della strage all’ospedale di Gaza, colpito martedì da un razzo che ha provocato un’enorme esplosione, è stato aggiornato il bilancio delle vittime. Il ministero della Sanità del governo di Hamas, che controlla il territorio palestinese, ha fatto sapere che sono 471 le persone uccise e 314 i feriti, di cui 28 in condizioni critiche.
Il missile che ha provocato questa carneficina, secondo Israele, Stati Uniti e analisti indipendenti sarebbe stato lanciato dalla Striscia. Nella struttura sanitaria non c’erano solo malati, feriti e sanitari, ma anche moltissimi civili costretti a lasciare le proprie case, soprattutto donne e bambini che avevano trovato rifugio nell’ospedale credendo che fosse un luogo sicuro. Hamas nega qualsiasi coinvolgimento e punta il dito contro Israele, sottolineando che ha continuato ad attaccare Gaza «anche dopo il criminale attacco all’ospedale». Dall’inizio dei combattimenti nella Striscia si sarebbero contati più di 3.200 morti e circa 11mila feriti. Altri 4 morti e 50 feriti ieri sera nel bombardamento che ha preso di mira la scuola Abdulaziz a Khan Younis, nella Striscia di Gaza.
Sul fronte ostaggi Israele ha chiesto l’intervento della Croce Rossa. L’ufficio del premier israeliano Benyamin Netanyahu ha fatto sapere che Israele sta continuando la lavorare per mobilitare un ampio sostegno internazionale affinché la Croce Rossa possa entrare a Gaza per visitare i rapiti. E finché non verranno liberati non verrà autorizzato alcun aiuto umanitario dal proprio territorio verso la Striscia, mentre c’è il via libera agli aiuti dall’Egitto, finché si tratta di alimenti, acqua e medicinali per la popolazione civile.
Dopo la partenza di Biden, dunque, le ostilità sono riprese con razzi partiti da Gaza, ma anche dal Libano. Ne sono stati lanciati nove verso il nord del Paese.
Quattro sono stati intercettati dal sistema di difesa Iron Dome, mentre almeno uno è caduto in un’area disabitata. Un nuovo scambio di fuoco tra Hezbollah e Israele si è infine registrato lungo la Linea Blu di demarcazione tra i due paesi.
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