Raid, attacchi sventati e aeroporti chiusi: così Mosca resta nel mirino dei droni

Drone ucraino abbattuto vicino Mosca: si intensifica la minaccia dei velivoli senza pilota alla capitale russa. Sempre più sotto tiro

Raid, attacchi sventati e aeroporti chiusi: così Mosca resta nel mirino dei droni
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Nuova incursione di droni ucraini nei cieli di Mosca: la capitale della Russia rimane un bersaglio di manovre da parte di Kiev che hanno un impatto militare relativo ma un peso psicologico notevole facendo sentire, in casa, al cuore dell'impero di Vladimir Putin le conseguenze del conflitto scatenato il 24 febbraio 2022 con l'invasione dell'Ucraina. Oggi il ministero della Difesa russo afferma che la contraerea e le unità aeronautiche della capitale hanno "sventato un tentativo di attacco" di un drone ucraino nella regione di Mosca.

La Tass, citando fonti della Difesa russa, parla di un drone "intercettato" che sarebbe stato colpito e sarebbe poi precipitato nei pressi di Putilkovo, vicino alla capitale russa. Non sono registrati danni a cose o persone. Al contempo, una seconda incursione è stata respinta in un altro aeroporto strategico, quello di Novgorod: "Oggi, intorno alle 10 ora di Mosca, il regime di Kiev ha compiuto un attacco terroristico utilizzando un drone di tipo copter su un aeroporto militare nella regione di Novgorod", ha scritto l'esercito russo. Il drone sarebbe stato abbattuto dai militari con l'utilizzo di armi leggere.

Lo stillicidio di attacchi coi droni ucraini, in una fase in cui anche Mosca prova a intensificare la dotazione di questi dispositivi, negli ultimi mesi si è amplificato sia sul teatro del conflitto, in cielo come in mare, che alle spalle delle linee russe. La Bbc ha riportato in una sua analisi almeno 140 incursioni giunte a compimento con attacchi a obiettivi strategici in Russia e nei territori occupati dall'invasione di febbraio 2022 in avanti. E in quest'ottica la scelta ucraina di cercare più volte il colpo grosso di Mosca mostra la volontà di fare dei droni un'arma psicologica, prima ancora che militare, decisiva.

Il 18 agoto, ad esempio, i quattro aeroporti della capitale avevano prima dell'alba subito la chiusura dello spazio aereo dopo che un drone ucraino è stato abbattuto nella zona della fiera di Mosca, danneggiando nella caduta un padiglione. In precedenza la capitale russa, che dista 450 km dal confine tra Russia e Ucraina, ha subito attacchi il 30 maggio e, in rapida sequenza, il 4 e il 30 luglio e l'1 agosto. Queste ultime tre incursioni hanno portato a chiusure nello spazio aereo dell'aeroporto di Vnukovo. Il 10 agosto la Russia ha poi annunciato di aver abbattuto ben tredici droni levatisi in cielo dall'Ucraina per colpire obiettivi su un ampio raggio da Sebastopoli alla stessa Mosca. Al contempo, è ancora molto discusso se sia stata l'Ucraina a guidare la mano dei droni ucraini che il 3 luglio si sono schiantati, senza causare danni, sul Cremlino. Mosca accusa l'Ucraina, mentre anche i gruppi anti-Putin interni al Paese sono sospettati di aver perpetrato il fatto, magari in combutta con l'intelligence di Kiev.

Mosca non ha subito nulla di lontanamente paragonabile al martirio che in certe fasi della guerra hanno subito centri come Mariupol, Kharkiv e Kherson o ai danni che hanno inflitto i bombardamenti della Russia alla capitale ucraina e a città non ancora colpite direttamente da assedi o invasioni come Odessa, Dnipro e Leopoli. Ma rimane un chiaro e certo bersaglio per l'Ucraina al fine di mostrare con le operazioni agli occhi del mondo la volontà di resistere e non cedere all'aggressore. Mosca è sotto tiro. Un tiro invisibile, imprevedibile e di difficile identificazione, che coincide con quello dei droni kamikaze.

Punta di lancia del tentativo ucraino di alleggerire una pressione, quella psicologica, che l'aggressore ha più volte esercitato sul Paese nemico. In attesa di risultati concreti sul campo che, nell'attuale controffensiva, sembrano per ora languire su vari fronti.

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