Una tempesta di missili «Storm Shadow», forniti all’Ucraina dalla Gran Bretagna, ha colpito il porto di Sebastopoli nel corso della notte tra ieri e l’altro ieri. Armi a lunga distanza e grande precisione, che stanno cambiando decisamente le capacità offensive di Kiev e hanno trasformato le infrastrutture russe in Crimea in bersagli raggiungibili. Raggiungibili in modo devastante. Il sistema di difesa aerea del più importante porto russo del Mar Nero è scattato con efficienza. Ma dieci missili, presumibilmente lanciati da Sukhoi Su-24 ucraini, erano decisamente troppi. I sistemi di intercettazione russi, compreso un Pantsir-S1 (sistema in grado di tracciare fino a 10 bersagli e ingaggiarne 4 simultaneamente), hanno abbattuto 7 vettori, ma gli altri hanno colpito. E il bersaglio dovrebbero essere la nave da sbarco Minsk e il sottomarino Rostov sul Don, che erano in bacino di carenaggio.
Il Rostov sul Don è un sottomarino relativamente moderno di classe Kilo, in grado di trasportare missili da crociera Kalibr. Non c’è ancora una conferma ufficiale dell’entità del danno arrecato. E come è comprensibile consuetudine di Mosca è probabile che mai ci sarà. Ma in questo caso gli ucraini sono riusciti a mettere a segno un attacco di grande portata. Soprattutto se fossero rilevanti i danni subiti dal sommergibile Rostov sul Don.
Varato nel 2014 e costato 300 milioni di dollari, il Rostov è un sottomarino diesel elettrico classe Kilo (unità con elevate capacità di occultamento e silenziosità), uno dei pochi rimasti in navigazione nel Mar Nero in grado di lanciare i missili Kalibr. Questi missili cruise ad alta precisione sono fondamentali per fornire supporto alle truppe russe sotto pressione e colpire la logistica e le infrastrutture ucraine. Mentre la capacità di insidiare le unità russe di superficie da parte degli ucraini è costantemente cresciuta, le unità sottomarine sono diventate sempre più importanti per Mosca. Hanno continuato a colpire indisturbate. Sino a ieri, quando gli ucraini hanno colpito nel posto giusto al momento giusto. Segno anche di un sistema di informazioni, comando e controllo, perfettamente organizzato. Da non sottovalutare nemmeno i danni al cantiere navale SevMorZavod, il più grande di tutta la Crimea e il principale hub di manutenzione della Flotta russa del Mar Nero nel quale vengono fabbricati i droni marini russi.
Senza queste infrastrutture, se non verranno messe in condizione di funzionare in fretta, potrebbe andare in crisi tutta la logistica della flotta russa del Mar Nero. Se si aggiunge a questi dati che negli scorsi giorni gli ucraini sono tornati in possesso delle cosiddette Boyko towers, le piattaforme di trivellazione per l’estrazione di petrolio e gas al largo della costa nord-occidentale della penisola di Crimea, o che ieri gli ucraini hanno fornito le prove dell’affondamento di un’altra piccola unita del Cremlino, una motovedetta Ks-701 «Tuna», risulta evidente che se la controffensiva a terra procede lentamente e con difficoltà, l’attacco alla Crimea via mare si sta rivelando foriero di risultati, per certi versi impensabili.
In mare, il vantaggio di Mosca sembrava all’inizio del conflitto incolmabile.
Ora la situazione è cambiata e questo ha grossissimi effetti sulle retrovie più profonde di Mosca. Esiste poi un valore simbolico di Sebastopoli come base navale, venne difesa disperatamente anche durante la Seconda guerra mondiale- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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