Netanyahu: "Risponderemo all'Iran, ne abbiamo il diritto". Il giallo sul successore di Nasrallah

La risposta all'Iran, probabilmente, giungerà all'inizio della prossima settimana secondo fonti interne allo Stato ebraico. Ancora nessuna conferma definitiva sulla morte su Hashem Safieddine nel raid di ieri su Beirut

Netanyahu: "Risponderemo all'Iran, ne abbiamo il diritto". Il giallo sul successore di Nasrallah
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Proseguono in Medio Oriente le uccisioni di alti in grado delle organizzazioni terroristiche da parte delle forze israeliane. Questa notte è toccato a Saeed Atallah, uno dei leader delle brigate al-Qassam, braccio armato di Hamas, ucciso in un attacco con drone contro il campo profughi palestinese di Beddawi nella città di Tripoli, nel nord del Libano. L'attacco è avvenuto alle prime luci dell'alba.

Capo al-Qassam

L'uomo è stato ucciso assieme alla moglie e le sue due figlie piccole: "Promettiamo al nostro popolo di vendicare il sangue puro che è stato versato e di confermare che la nostra prossima serie di risposte sarà nei fatti prima che nelle parole", ha affermato Hamas in una dichiarazione. In un secondo raid, avvenuto questa mattina nei pressi della città di Saadnayel, nella valle della Beqaa, è stato ucciso Mohammed Hussein al-Lawis, che le forze di difesa israeliane e lo Shin Bet hanno definito "autorità esecutiva in Libano" di Hamas, ma anche colui che dava gli ordini per attacchi terroristici in Cisgiordania. Ieri, invece, era stato inflitto un altro duro colpo alle Brigate al-Qassam, con la conferma della morte di uno dei suoi comandanti, Zahi Yaser Abd al-Razeq Oufi, nel raid israeliano nella città di Tulkarem, in Cisgiordania, insieme ad altri sette combattenti. L'esercito israeliano aveva annunciato di aver ucciso Oufi, capo della rete di Hamas a Tulkarem, nell'attacco di due giorni fa.

Mentre proseguono le operazioni a Gaza come in Libano, si irrigidisce il fronte occidentale nei confronti di Israele. Stop alla fornitura di armi a Israele, che poi usa nella guerra a Gaza, da parte di Parigi: lo ha nnunciato il presidente francese Emmanuel Macron, parlando con France Inter: "Io penso che oggi la priorità è che si arrivi a una soluzione politica, che si smetta di fornire armi per condurre i combattimenti a Gaza. La Francia non le manda". Gli 88 membri dell'Organizzazione internazionale della francofonia, tra cui la Francia, il Canada e il Belgio, chiedono ora all'unanimità un cessate il fuoco "immediato e duraturo" in Libano, altro membro dell'OIF: lo ha annunciato il presidente francese.

La risposta israeliana all'Iran: quando?

Quante alle tensioni Tel Aviv-Teheran, alcuni funzionari Usa, parlando con la testata israeliana Ynet, stimano che l'attacco di Israele all'Iran sia imminente: non sembra che vi parteciperanno aerei americani, ma ci sarà senza dubbio un coordinamento fra Israele e Washington, dettaglio che sembrava confermato dagli scambi di questi ultimi giorni. Una notizia avallata anche dall'arrivo in Israele del comandante del Centcom, il comando centrale delle forze Usa, il generale Michael Kurilla, atteso nelle prossime 24 ore. Successivamente, altra stampa israeliana ha riferito che la risposta all'Iran è attesa per "l'inizio della prossima settimana", citando fonti dell'Idf secondo le quali la reazione sarà "seria e significativa".

Nessuna garanzia da Israele all'Amministrazione Biden è ancora pervenuta circa l'esclusione di attacchi a impianti nucleari iraniani. Lo ha confermato alla Cnn un funzionario di alto livello del Dipartimento di Stato Usa, spiegando che è "davvero difficile" dire se Israele sfrutterà l'anniversario del 7 ottobre per rispondere. "Speriamo e ci aspettiamo un pò di saggezza come forza, ma come sapete, nessuna garanzia", ha affermato. E sulla data del 7 ottobre ha detto di "pensare in un certo senso che vogliamo evitare il 7" e quindi secondo la sua valutazione "se ci sarà qualcosa sarà probabilmente prima o dopo".

Proseguono i raid contro Hezbollah

Vanno avanti, intanto, gli scontri lungo il confine con il Libano. Hezbollah ha fatto sapere di combattimenti con le forze israeliane nelle aree vicine al confine sud del Libano, nella zona di Odaisseh, dopo che in precedenza aveva annunciato di aver costretto i soldati israeliani a "ritirarsi". Il movimento libanese ha inoltre dichiarato di aver colpito con razzi le truppe israeliane nella zona di Yarun e in due punti oltre il confine. Intanto, un attacco aereo israeliano ha interrotto la principale autostrada che collega il Libano con la Siria, lasciando due enormi crateri su entrambi i lati della strada. Il raid aereo ha reso la strada inutilizzabile per le auto, costringendo le persone a recarsi a piedi al valico di frontiera di Masnaa dove decine di migliaia di persone in fuga dalla guerra in Libano sono entrate in Siria nelle ultime due settimane. Sono circa 375mila le persone che in meno di 2 settimane hanno attraversato il confine dal Libano alla Siria, in fuga dai bombardamenti di Israele. Lo riferisce l'unità libanese di gestione delle crisi, facente capo al governo, citando i dati della sicurezza libanese. Hezbollah riferisce, inoltre, di aver bombardato la base israeliana di Ramat David con missili 'Fadi-1': il sito si trova a circa 45 chilometri di distanza dal confine, a sudest di Haifa.

Le forze israeliane confermano i raid effettuati nella notte contro "elementi dell'organizzazione terroristica di Hezbollah che operavano in un centro di comando all'interno di una moschea adiacente al Martyr Salah Ghandour Hospital, nel sud del Libano". L'operazione è avvenuta a Bint Jbeil contro un centro di comando nascosto in una moschea all'interno del complesso dell'ospedale Martyr Salah Ghandour. L'attacco, compiuto con i droni, è stato "preciso" e basato su fonti intelligence, hanno reso noto fonti militari citate dal Times of Israel. Secondo l'esercito, la sala di comando veniva utilizzata "per pianificare e compiere atti di terrore contro le truppe dell'Idf e lo Stato di Israele". Prima di compiere l'attacco, l'Idf ha detto di aver inviato messaggi di testo ai residenti e di aver chiamato i funzionari nei villaggi vicini, "chiedendo che tutti gli attacchi di terrorismo compiuti nell'ospedale cessassero immediatamente".

"Dall'inizio dell'operazione di terra, le truppe hanno ucciso sul terreno e nei raid aerei circa 440 terroristi, tra cui 30 comandanti". A dichiararlo è stato il portavoce dell'Idf, Daniel Hagari. "Stiamo spingendo Hezbollah verso nord. Alcuni dei terroristi sono fuggiti e altri sono stati sconfitti dalle nostre truppe in battaglia", ha aggiunto.

Il giallo sulla morte del successore di Nasrallah

Quanto alle notizie del successore di Hassan Nasrallah, Hashem Safieddine viene dato ormai come ucciso nel raid israeliano dagli 007 dello Stato ebraico. Alla riunione con Safieddine nel centro di Beirut avrebbe partecipato anche il capo dell'intelligence di Hezbollah, Hussein Hazimah, noto come "Mortada". I due, insieme ad altri esponenti del Partito di Dio, si sarebbero trovati nello stesso bunker colpito ieri a Dahieh, alla periferia sud di Beirut. Tutti potrebbero essere morti a causa del crollo o dei gas tossici provocati dalle esplosioni. Nello stesso raid potrebbe essere morto Esmail Qaani, comandante della Forze Quds dei Guardiani della rivoluzione iraniana: lo riferisce l'emittente N12, ricordando che Qaani è responsabile delle attività dei proxy dell'Iran nella regione.

Tre membri dell'Isis arrestati in Iran. Attacchi dalla Siria

Ed è proprio in Iran che tre presunti membri dello Stato islamico, sospettati di pianificare un attentato nel nord del Paese, sono stati arrestati a Noshahr, nella provincia di Mazandaran. Lo ha reso noto l'agenzia di stampa Tasnim, che cita il portavoce delle forze di sicurezza, il colonnello Ali Akbar Darvishi, secondo cui "la cellula individuata di recente" progettava un attacco contro un complesso turistico nella zona. Nei mesi scorsi, il ramo afghano dello Stato islamico, l'Isis-Khorasan, ha compiuto diversi attentati in Iran, il più sanguinoso dei quali a Kerman, in occasione della commemorazione del generale Qasem Soleimani, ucciso dagli americani 4 anni fa, costato la vita a un centinaio di persone.

Gruppi di milizie filoiraniane hanno lanciato razzi e droni contro la base militare americana di Deir Ezzor, nell'est della Siria. Lo ha riferito l'Osservatorio siriano per i diritti umani, secondo cui l'attacco è avvenuto nella notte, provocando "violente esplosioni". La base si trova nei pressi del giacimento di gas naturale della Conoco.

Le forze americane sarebbero riuscite ad intercettare alcuni dei razzi, rispondendo poi al fuoco. Dall'ottobre dell'anno scorso, le milizie filoiraniane hanno lanciato almeno 142 attacchi contro le postazioni occidentali in Siria.

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