Notte di raid su Beirut: nel mirino il nuovo leader di Hezbollah

L'attacco delle forze israeliane aveva come obiettivo il cugino del defunto leader Hassan Nasrallah. Prosegue la manovra di terra in territorio libanese

Notte di raid su Beirut: nel mirino il nuovo leader di Hezbollah
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Nel giorno in cui verranno celebrati, probabilmente, i funerali del defunto leader di Hezbollah Hassan Nasrallah, il New York Times rende noto che suo cugino, nonché successore, Hashem Safieddine, è stato obiettivo di un duro raid di Israele nella zona sud di Beirut. L'uomo si trovava in un bunker con altri dirigenti verso la mezzanotte di ieri, quando una serie di esplosioni hanno colpito il quartiere residenziale di Dahyia. Non è ancora chiaro se il leader di Hezbollah in pectore sia rimasto ferito o meno. Hezbollah ha dichiarato a L'Orient-Le Jour di "non avere ancora alcuna informazione" sulla sorte di Safieddine. L'operazione di questa notte avrebbe preso di mira un incontro di alti leader.

Razzi dal Libano, attacchi in Cisgiordania

Sono, invece, circa venti i razzi che sono stati lanciati dal Libano verso il nord di Israele questa mattina, la maggior parte dei quali intercettati senza registrare vittime, dopo aver attivato le sirene nell'area di Haifa. L'Idf ha dichiarato che sono stati sparati "diversi proiettili" nella zona dell'Alta Galilea, la maggior parte dei quali sono stati intercettati. Un attacco israeliano avvenuto questa mattina nei pressi del valico di frontiera di Masnaa, tra Libano e Siria, ha creato un cratere largo quattro metri, ha riferito alla Reuters il ministro dei trasporti libanese Ali Hamieh. Il ministro affiliato a Hezbollah afferma che l'attacco, sul lato libanese del confine, ha bloccato una strada utilizzata dai libanesi in fuga verso la Siria. Ieri, un portavoce militare israeliano aveva accusato Hezbollah di utilizzare il valico per trasportare equipaggiamento militare in arrivo dall'Iran. Nei raid di questa notte i caccia israeliani hanno colpito un tunnel lungo 3,5 chilometri tra Libano e Siria, utilizzato da Hezbollah per contrabbandare armi e gestito dall'Unità 4400, incaricata di trasportare armi dall'Iran e dai suoi alleati al Libano.

Poco prima del raid con Saffieddine nel mirino, le forze israeliane avevano colpito Tulkarem, in Cisgiordania, provocando la morte di almeno 18 palestinesi, secondo quanto hanno denunciato fonti palestinesi. L'attacco ha preso di mira un locale affollato e molti sono ancora intrappolati sotto le macerie dell'edificio crollato. L'Idf ha reso nota l'uccisione di un dirigente locale di Hamas, Zahi Yaser Abd al-Razeq Oufi e di altri esponenti dell'organizzazione. Fra le vittime ci sono anche civili, fra cui una madre e i suoi due figli, secondo quanto ha reso noto al Jazeera. Oufi, l'obiettivo dell'Idf e dello Shin Bet, avrebbe preso parte a numerosi attacchi in Cisgiordania e sarebbe stato impegnato a pianificarne altri, precisa Tel Aviv.

Oggi l'Iran in lutto: Khamenei guida la preghiera del venerdì

Mentre si attende ancora la risposta massiccia di Israele, la Guida Suprema dell'Iran Ali Khamenei è pronto a guidare le preghiere del venerdì e a pronunciare un sermone pubblico. Una grande folla di persone si è radunata alla grande moschea di Teheran per partecipare alla preghiera del venerdì. Si tratta di un evento raro-il primo in quasi cinque anni: l'ayatollah guiderà i musulmani in preghiera presso la moschea Imam Khomeini Grand Mosalla nel centro di Teheran, secondo il suo sito web ufficiale per poi celebrare una cerimonia di commemorazione alle 10.30 ora locale per Nasrallah.

L'occasione, non solo ha messo in allerta tutto il Paese per la pesanti implicazioni di sicurezza che comporterà, ma potrebbe anche fornire importanti dettagli sulla strategia di Teheran nelle prossime settimane. Khamenei ha guidato l'ultima preghiera del venerdì nel gennaio 2020 dopo la morte di Qassem Soleimani. Il capo della diplomazia iraniana, Abbas Araghchi, è invece arrivato a Beirut: si tratta della prima visita in Libano di un alto funzionario iraniano dall'assassinio di Nasrallah, lo scorso 27 settembre.

Rientrati 178 connazionali. Il Ministro Tajan per ora esclude evacuazione

È atterrato la scorsa notte, all'Aeroporto Internazionale "Leonardo Da Vinci" di Roma Fiumicino, il primo volo charter organizzato dal Governo italiano, su impulso del Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani, per favorire il rientro di 178 connazionali dal Libano. "Abbiamo invitato tutti gli italiani a lasciare il Libano con voli commerciali, e ci siamo impegnati per incrementarne il numero attraverso voli charter", ha affermato il Ministro, spiegando come il Governo abbia lavorato con le compagnie aeree per risolvere il problema della saturazione dei voli di linea.

"Continuiamo a monitorare la situazione degli italiani in Libano tramite la nostra Ambasciata a Beirut e l'Unità di Crisi", ha aggiunto Tajani, sottolineando che "siamo pronti ad assumere ogni iniziativa per garantire la sicurezza dei nostri connazionali, ma per il momento escludiamo l'ipotesi di un'evacuazione".

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