Nel giorno del presunto funerale del leader di Hezbollah Hassan Nasrallah, sembrerebbe essere vicina la conferma della morte di Hashem Safieddine, ieri, nell'attacco dell'Idf su Beirut. Lo sostiene l'emittente israliana Channel 12 che cita fonti dell'apparato di sicurezza israeliano. L'erede e cugino di Nasrallah si trovava in un bunker con altri dirigenti verso la mezzanotte di ieri, quando una serie di esplosioni hanno colpito il quartiere residenziale di Dahyia. Stando a quanto riferito dal quotidiano Ynet, durante l'attacco sono state sganciate 73 tonnellate di bombe. A confermare la notizia, per ora sono la radio dell'esercito israeliano, Maariv e Channel 12.
Inziano a emergere, inoltre, nuovi dettagli sull'attacco di martedì scorso. ll Washington Post riporta che almeno 23 dei circa 200 missili balistici lanciati dall'Iran contro Israele sono riusciti a superare le difese aeree e a colpire o atterrare nelle vicinanze di almeno tre siti militari e di intelligence. I missili avrebbero colpito la base aerea di Nevatim e la base di Tel Nof. Alcuni video mostrano che almeno due missili sono atterrati vicino al quartier generale del Mossad a Glilot.
Attacchi in Iraq e Yemen, nuovo raid su Beirut
Restano caldi anche altri fronti mediorientali: l'Idf ha annunciato che due soldati israeliani sono morti e venti sono rimasti feriti in un attacco con drone in Iraq. Dovrebbe trattarsi di due militari della Brigata Golani, 13esimo Battaglione.
Nuovi attacchi aerei di Israele sarebbero un corso a Dahiyeh, secondo i media libanesi. Nessun commento al momento da parte delle forze di difesa israeliane. Il capo di Stato maggiore israeliano Herzi Halevi, tuttavia, ha dichiarato che non sarà permesso al movimento sciita di ristabilirsi nel sud del Libano, vicino al confine con Israele. In una dichiarazione video, Halevi ha dichiarato: "Ho incontrato i comandanti e le unità della 98ma Divisione e della 36ma Divisione, che stanno combattendo in Libano, per un obiettivo molto importante: creare sicurezza nel nord e riportare i residenti nelle loro case dopo oltre un anno di evacuazione". Per il ritorno dei residenti, sostiene, vanno distrutte le infrastrutture che Hezbollah ha costruito vicino al confine. "Non permetteremo a Hezbollah di posizionarsi in questi luoghi in futuro. Continueremo a colpire duramente Hezbollah in tutte le aree, a Beirut, nella Valle della Beqaa e nel sud del Libano". Gli fa eco il ministro della Difesa Yoav Gallant che, durante una visita al quartier generale della 36esima Divisione, ha annunciato di "avere in serbo altre sorprese" per Hezbollah.
Questo venerdì potrebbe essere anche l'inizio di un ruolo differente dell'Occidente all'interno dell'escalation mediorientale. Gli aerei da guerra degli Stati Uniti e del Regno Unito hanno attaccato le città di alcune località dello Yemen, compresa la capitale Sanaa. Lo rendono noto i media controllati dai ribelli; in particolare, vengono segnalati attcchi a sud della città di Dhamar, sull'aeroporto di Hodeidah, sull'area di Al-Khathib, sulla capitale, per un totale di quindci obiettivi.
Razzi dal Libano, attacchi in Cisgiordania
Sono, invece, circa venti i razzi che sono stati lanciati dal Libano verso il nord di Israele questa mattina, la maggior parte dei quali intercettati senza registrare vittime, dopo aver attivato le sirene nell'area di Haifa. I vigili del fuoco israeliani stanno lavorando nei pressi della città di Katzrin, sulle alture del Golan, per spegnere l'incendio divampato in un'area aperta dove questa mattina è caduto un razzo proveniente dal Libano.
Un attacco israeliano avvenuto questa mattina nei pressi del valico di frontiera di Masnaa, tra Libano e Siria, ha creato un cratere largo quattro metri, ha riferito alla Reuters il ministro dei trasporti libanese Ali Hamieh. Il ministro affiliato a Hezbollah afferma che l'attacco, sul lato libanese del confine, ha bloccato una strada utilizzata dai libanesi in fuga verso la Siria. Ieri, un portavoce militare israeliano aveva accusato Hezbollah di utilizzare il valico per trasportare equipaggiamento militare in arrivo dall'Iran. Nei raid di questa notte i caccia israeliani hanno colpito un tunnel lungo 3,5 chilometri tra Libano e Siria, utilizzato da Hezbollah per contrabbandare armi e gestito dall'Unità 4400, incaricata di trasportare armi dall'Iran e dai suoi alleati al Libano.
Poco prima del raid con Saffieddine nel mirino, le forze israeliane avevano colpito Tulkarem, in Cisgiordania, provocando la morte di almeno 18 palestinesi, secondo quanto hanno denunciato fonti palestinesi. L'attacco ha preso di mira un locale affollato e molti sono ancora intrappolati sotto le macerie dell'edificio crollato. L'Idf ha reso nota l'uccisione di un dirigente locale di Hamas, Zahi Yaser Abd al-Razeq Oufi e di altri esponenti dell'organizzazione. Fra le vittime ci sono anche civili, fra cui una madre e i suoi due figli, secondo quanto ha reso noto al Jazeera. Oufi, l'obiettivo dell'Idf e dello Shin Bet, avrebbe preso parte a numerosi attacchi in Cisgiordania e sarebbe stato impegnato a pianificarne altri, precisa Tel Aviv.
Oggi l'Iran in lutto: Khamenei guida la preghiera del venerdì
Mentre si attende ancora la risposta massiccia di Israele, la Guida Suprema dell'Iran Ali Khamenei ha guidato le preghiere del venerdì e pronunciato un sermone pubblico. Una grande folla di persone si è radunata alla grande moschea di Teheran per partecipare alla preghiera del venerdì. Si tratta di un evento raro-il primo in quasi cinque anni: l'ayatollah ha guidato i musulmani in preghiera presso la moschea Imam Khomeini Grand Mosalla nel centro di Teheran, secondo il suo sito web ufficiale per poi celebrare una cerimonia di commemorazione alle 10.30 ora locale per Nasrallah.
Khamenei aveva guidato l'ultima preghiera del venerdì nel gennaio 2020 dopo la morte di Qassem Soleimani. Il capo della diplomazia iraniana, Abbas Araghchi, è invece arrivato a Beirut: si tratta della prima visita in Libano di un alto funzionario iraniano dall'assassinio di Nasrallah, lo scorso 27 settembre. Quanto a Israeke, l'Iran prenderà di mira gli impianti energetici e del gas israeliani se Israele lo attaccasse. Lo ha dichiarato il vice comandante delle Guardie della Rivoluzione Ali Fadavi, citato dall'agenzia di stampa iraniana SNN. "Se gli occupanti commettono un simile errore, prenderemo di mira tutte le loro fonti energetiche, le loro installazioni, tutte le raffinerie e i giacimenti di gas", ha affermato Fadavi.
Rientrati 178 connazionali. Il Ministro Tajani per ora esclude evacuazione
È atterrato la scorsa notte, all'Aeroporto Internazionale "Leonardo Da Vinci" di Roma Fiumicino, il primo volo charter organizzato dal Governo italiano, su impulso del Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani, per favorire il rientro di 178 connazionali dal Libano. "Abbiamo invitato tutti gli italiani a lasciare il Libano con voli commerciali, e ci siamo impegnati per incrementarne il numero attraverso voli charter", ha affermato il Ministro, spiegando come il Governo abbia lavorato con le compagnie aeree per risolvere il problema della saturazione dei voli di linea.
"Continuiamo a monitorare la situazione degli italiani in Libano tramite la nostra Ambasciata a Beirut e l'Unità di Crisi", ha aggiunto Tajani, sottolineando che "siamo pronti ad assumere ogni iniziativa per garantire la sicurezza dei nostri connazionali, ma per il momento escludiamo l'ipotesi di un'evacuazione".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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