L'uso di droni navali da parte dell'Ucraina ha inflitto pesanti danni alla flotta della Marina russa e sta ostacolando ogni tipo di operazione, navale e anfibia, pianificata da Mosca. Nel Mar Nero si stanno così riscrivendo le regole della guerra navale nel futuro; e a farlo sono una manciata di operatori diventati esperti utilizzatori di sistemi d'arma futuristici come i droni esplosivi Magura V5. Affidati al Commando 13 del Gur, l'Intelligence militare del Ministero della Difesa dell'Ucraina.
La tattica ucraina dettata dalla "necessità"
Nel 2014 nessuno avrebbe mai lontanamente pensato che ciò che restava della flotta ucraina avrebbe potuto contrastare la Marina russa in mare. Kiev aveva perduto il suo quartier generale navale a Sebastopoli e gran parte della flotta dopo l'annessione della Crimea da parte di Mosca. Lo stretto del Mar d'Azov e i settori Mar Nero su cui incombeva la Voenno-morskoj flot o Vmf della Federazione Russa erano interdetti alla marina ucraina fino a poche settimane dall'invasione del 2022. Poi, progressivamente, la situazione si è ribaltata a favore dei commando navali ucraini che - per necessità - hanno messo da parte le vecchie strategie aeronavali che hanno sempre concepito azioni basate su fregate lanciamissili, sottomarini e gruppi aerei d'appoggio, a favore piccole unità furtive che possono essere condotte "da remoto". Infliggendo gli stessi danni dei missili antinave più sofisticati.
La dimensione marittima del conflitto è stata riscritta nei suoi limiti dalla forza in inferiorità che si è saputa adattare nei mezzi e nella tattica. Affidandosi a nuove vecchie tecnologie come i "barchini esplosivi" nella loro nuova versione robotica. Queste unità di superficie senza equipaggio, chiamata in gergo Usv, hanno reso possibile in mare ciò che i droni affidati alle forze speciali ucraine d'avanguardia hanno reso possibile nei settori di prima linea: frenare una potenza militare con una superiorità numerica schiacciante. Colpendo obiettivi strategici con armi "a basso costo".
Una guerra asimmetrica in mare
L'Ucraina ha portato la guerra asimmetrica in mare nell'era moderna dei sistemi d'arma guidati da remoto con l'attacco lanciato sulla base navale russa a Sebastopoli nell'ottobre del 2022. L'attacco venne condotto con 7 droni marittimi e 9 droni aerei. Gli obiettivi selezionati erano la fregata Admiral Makarov e il dragamine Ivan Golubets che rimasero solo danneggiati. L'azione fu tuttavia una chiara dimostrazione delle possibilità che sarebbero state concesse da altre operazioni ben pianificate. L'efficacia di questi sistemi a basso costo prometteva infatti di infliggere danni enormi a unità navali di grande stazza come valse in passato per le incursioni dei motosiluranti italiani nella Baia di Buccari o dei Siluri Lenta Corsa nel porto di Alessandria d'Egitto.
Gli attacchi combinati di droni continuarono a più riprese, e sebbene la Russia si sia impegnata per migliorare le sue difese contro le minacce dei droni, un gran numero di navi della Flotta del Mar Nero sono state affondante o gravemente danneggiate mentre erano alla fonda o al largo della costa dagli Usv Magura V5.
Se sommate le azioni missilistiche, che hanno previsto l'impiego dei sofisticati missili Storm shadow forniti dal Regno Unito (e forse dall'Italia), l'Ucraina ha stimato di aver messo "fuori uso circa un terzo delle navi della flotta del Mar Nero" mostrando al mondo come l'investimento di ingenti risorse economiche e di decenni spesi a varare o aggiornare navi da guerra come fregate, incrociatori lanciamissili e sottomarini d'attacco, potrebbe rivelarsi inutile; se i sistemi di difesa delle stesse non riuscissero a proteggerle da droni esplosivi come i Magura o da missili antinave con capacità stealth. Attualmente la Flotta russa è stata "costretta ad allontanarsi dalle coste del Mar Nero" permettendo all'Ucraina di accedere nuovamente alle rotte commerciali che le erano state precluse.
L'evoluzione delle nuove tattiche
Le tattiche e la tecnologia dei sistemi schierati in campo dell'Ucraina continuano a evolversi. Da quando i russi hanno iniziato a dare la caccia ai droni con elicotteri armati di missili guidati per intercettare i barchini esplosivi in rotta verso i loro obiettivi, gli ucraini hanno risposto schierando droni come gli Usv Sea Baby armati con missili aria-aria per abbattere gli elicotteri. Su altri droni marittimi sono stati installati di tubi per lanciare razzi che consentirebbero agli Usv di colpire posizioni terrestri sulla costa, anche da una certa distanza.
La battaglia nel Mar Nero nella sua evoluzione sta attirando l'attenzione globale nel processo di evoluzione che scrive un nuovo capitolo della guerra navale sotto gli occhi di osservatori internazionali e analisti militari pronti a trarre lezioni importanti per "invertire la rotta" rispetto alla strategie teoriche, e allo sviluppo di unità navali di superficie che potrebbero dimostrarsi obsolete ancora prima d'esser varate.
Tra questi analisti, vengono segnalati quelli della Marina dell'Esercito Popolare di Liberazione cinese, che avrebbero evidenziato la minaccia degli sciami di droni marittimi armati/esplosivi ritenendoli un "problema urgente" per le flotte da guerra moderne delle grandi potenze mondiali.
Flotte composte in larga parte da imponenti e costose unità d'alto mare, che sono tornate a svolgere un ruolo fondamentale nei conflitti e nelle nuove tensioni, ma che sono anche esposte - è evidente - a nuove minacce facilmente schierabili anche da piccole potenze secondo le "nuove regole" della guerra navale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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