Tre uomini palestinesi originari di Hebron progettavano di assassinare in un agguato il ministro per la Sicurezza nazionale israeliano Itamar Ben-Gvir assieme a suo figlio. A darne notizia, la polizia israeliana e lo Shin Bet, secondo i quali il principale sospettato, Ismail Ibrahim Awadi, avrebbe tessuto diversi contatti- anche con Hamas ed Hezbollah - durante la scorsa primavera con il fine di metter su una cellula paramilitare, acquistare armi e fabbricare dispositivi in grado di esplodere e uccidere il personale di sicurezza.
La cellula, nata nella Cisgiordania meridionale, aveva poi cominciato a muoversi nel luglio scorso per potersi poi dare ad attacchi pianificati, si legge nella dichiarazione della polizia israeliana. La cellula ha sorvegliato Ben Gvir e i suoi figli che vivono nel vicino insediamento di Kiryat Arba, annotando i percorsi quotidiani che hanno seguito negli ultimi tempi, la marca e il modello dei veicoli su cui viaggiavano e dettagli sulle sue guardie del corpo. Il piano sarebbe dovuto scattare all'interno di un ben più ampio attacco terroristico, nel momento in cui il ministro fosse arrivato sulla scena del crimine. Il disordine e la concitazione del momento avrebbero fatto il resto. A seguito delle indagini, sono state presentate accuse "gravi" presso un tribunale militare, si legge nella nota.
Ben Gvir è finito spesso nell'occhio del ciclone, per via delle sue posizioni estremiste. Come nelle ultime ore, in cui nuove acredini si sono fatte spazio nel rapporto con Washington. Dopo la pubblicazione delle foto del ministro in visita alla tomba del rabbino oltranzista Meir Kahane, il Dipartimento di Stato americano ha rilasciato una dichiarazione in cui condanna il membro del governo di estrema destra. "Come abbiamo detto in precedenti e simili occasioni, celebrare l'eredità di un terrorista e di un'organizzazione terroristica è abominevole. Condanniamo fermamente qualsiasi tentativo di insabbiare gli atti di terrorismo", ha affermato un portavoce del Dipartimento di Stato.
Nuove tensioni sono sorte anche all'interno dell'establishment israeliano. Giorni fa, il procuratore generale di Israele, Gali Baharav-Miara, aveva consigliato al primo ministro Benjamin Netanyahu di licenziare il ministro della sicurezza nazionale per aver infranto la legge, a meno che non decida di modificare il suo modus operandi. Ben-Gvir aveva chiesto il licenziamento di Baharav-Miara in seguito a un servizio di Channel 13 sulle sue attività politiche. Il Procuratore generale sta preparando una risposta a una petizione dell'Alta Corte depositata a settembre, che chiede la rimozione di Ben-Gvir per aver interferito con la polizia in violazione degli ordini del tribunale. Nel marzo 2023, l'Alta Corte aveva ordinato a Ben-Gvir di smettere di impartire ordini operativi alla polizia in merito alle proteste antigovernative, emettendo un'ulteriore ingiunzione nel gennaio 2024.
Resta ora da stabilire se la cella progettasse di colpire altri esponenti del governo, che tipo di attentato in stesse progettando e dove.
Dopo l'annuncio, Ben-Gvir ha dichiarato: "Esprimo la mia gratitudine alla polizia distrettuale della Cisgiordania e allo Shin Bet per la loro dedizione nell'arrestare e perseguire la cellula terroristica che aveva pianificato di assassinare me e mio figlio Shoval. Grazie ai loro instancabili sforzi e, per grazia di Dio, un altro tentativo del nemico di fare del male a me e alla mia famiglia è stato sventato."
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