La Wagner torna in Ucraina: "Presenti 500 uomini a Bakhmut"

Un piccolo battaglione della compagnia militare privata russa, composto da 500 mercenari, è stato impiegato sul fronte orientale da Mosca. Si tratta del primo dispiegamento dalla morte del leader Evgenij Prigozhin

La Wagner torna in Ucraina: "Presenti 500 uomini a Bakhmut"
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Il gruppo Wagner è tornato a combattere in Ucraina. Nonostante la scomparsa del loro leader Evgenij Prigozhin, morto in un incidente aereo in Russia il 24 agosto, la presenza dei mercenari ora agli ordini del Cremlino è stata segnalata dall'esercito ucraino sul fronte a sud di Bakhmut, in Donbass. La rivelazione arriva da un militare di Kiev di nome "Groove" intervistato in esclusiva dalla Cnn. "Mosca ha raccolto truppe dalle aree circostanti e le ha portate qui", ha detto il soldato. "Non hanno più molto personale, ma anche Wagner è qui. Sono tornati, hanno cambiato rapidamente i loro comandanti e sono tornati qui".

Cos'è successo al gruppo Wagner

Il portavoce delle forze ucraine a est, Ilya Yevlash, ha dichiarato alla testata Rbc-Ucraina che i "Wagneriti" impiegati sul fronte orientale sarebbero alcune centinaia. "Sul territorio del Gruppo delle Forze orientali sono presenti combattenti della milizia Wagner. Stiamo parlando di circa 500 persone, parte della formazione di circa 8mila mercenari che si trovavano nei campi in Bielorussia, e che ora negoziano contratti con il ministero della Difesa russo", ha riferito Yevlash alla stampa. Lo schieramento dei soldati privati è stato confermato anche da Serhiy Haidai, ex governatore ucraino della regione di Luhansk.

Da quando la Pmc (Private military company) è rimasta orfana dei suoi vertici (oltre a Prigozhin, sul jet Embraer caduto un mese fa avrebbe perso la vita anche il numero due dell'organizzazione Dmitry Utkin), il suo ruolo in Russia è stato fortemente ridimensionato. A partire dalla gerarchia interna alla compagnia. Al nuovo capo, Anton Elizarov detto "Lotus", è stata assegnata – direttamente con la benedizione di Prigozhin nel suo testamento – la missione di tenere in vita e gestire le decine di migliaia di miliziani rimasti, sebbene parecchi combattenti abbiano deciso in massa di lasciare o arruolarsi nell'esercito regolare come richiesto dal ministero della Difesa. Sparito dai riflettori dopo la rivolta armata di giugno contro Shoigu e Gerasimov, l'ex "chef" di Putin aveva deciso di ricollocare i suoi fedeli attivi in Ucraina in Bielorussia e in Africa, respingendo l'idea che potessero tornare a sostenere lo sforzo bellico del Cremlino contro Kiev.

La situazione a Bakhmut

Il think tank statunitense Institute for the Study of War ha scritto alcuni giorni fa che il ritorno sul campo della Wagner al fianco delle truppe russe avrà un impatto marginale sulla capacità di combattimento russa e che i mobilitati, senza la leadership e il carisma dei leader storici, non saranno motivati come prima. Lo scorso inverno le brigate mercenarie sono riuscite a catturare le città di Soledar e Bakhmut sacrificando un numero altissimo di uomini nelle battaglie. Secondo i dati forniti dalla Wagner, solo a Bakhmut sarebbero morti oltre 20mila mercenari, la maggior parte reclutati dalle carceri russe.

A Bakhmut è in corso una manovra dell'esercito di Kiev per riconquistare il territorio perso a maggio. Nelle ultime settimane, l'Ucraina ha liberato i villaggi di Andriivka e Klishchiivka, situati a una decina di km dalla città.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha promesso durante la sua visita a Washington che Bakhmut tornerà sotto il controllo del suo Paese entro la fine dell'anno. In questo momento la controffensiva, destinata a continuare nei prossimi mesi seppur a un'intensità più bassa, si sta concentrando sull'asse meridionale con la speranza di riuscire a sfondare definitivamente le linee di difesa russe.

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