Ha ucciso la madre. "Non è stato per pietà"

Ha ucciso la madre. "Non è stato per pietà"
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Può ritenersi un omicidio «per pietà» (e avere quindi diritto all'attenuante dell'alto valore morale) l'aver ucciso la madre anziana malata di Alzheimer per poi provare, inutilmente, a suicidarsi? Nel caso di Angelo Paganini la corte d'Assise d'Appello di Milano, ha confermato - come già in primo grado - che la risposta è no.

Ecco il caso: Maria Facchinetti, 89 anni, da anni viveva insieme al figlio in una casa di Marnate, nel varesotto. La mattina dell'omicidio, il 23 settembre 2022, Paganini ha scritto un biglietto: «Sono stato un disastro come padre () la soluzione è portare la nonna con me così non avrete altri problemi». Poi ha stretto l'anziana in uno abbraccio soffocante finché lei non ha smesso di respirare. Si è stretto un cavo elettrico intorno al collo e lo ha appeso a un ciliegio, ma il ramo si è rotto. I familiari lo hanno trovato privo di sensi ma ancora vivo. In primo grado la Corte d'Assise di Busto, pur concedendo le generiche, non ha riconosciuto l'attenuante dell'alto valore morale in caso di omicidio di «persona che si trovi in condizioni di grave ed irreversibile sofferenza fisica».

Ha sostenuto che l'attenuante «presuppone il perseguimento di un fine di nobile valore, oggettivamente percepito dalla collettività». Diversamente l'uomo avrebbe agito «principalmente mosso dal desiderio di privare se stesso di una vita divenutagli eccessivamente penosa». Così ieri è arrivata la conferma della condanna a 9 anni e 4 mesi.

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