I figli dei desaparecidos durante la dittatura militare potrebbero essere finiti anche in Italia. Ecco perché l'Argentina lancia una campagna di sensibilizzazione. Nei giorni scorsi Papa Francesco ha incontrato Estela de Carlotto, leader della Abuelas de Plaza de Mayo, e suo nipote Ignacio Montoya (alias Guido Carlotto), ritrovato ad agosto dopo 36 anni. In una conferenza stampa all'ambasciata argentina è stato poi esposto un manifesto. "Oltre 100 nipoti sono stati ritrovati da Abuelas de Plaza de Mayo. Erano cinquecento. Alcuni potrebbero trovarsi in Italia - si leggeva -. Hai dei dubbi sulla tua identità? O conosci un giovane che possa avere dubbi sulla propria identità? Puoi contattare il consolato argentino più vicino a casa tua oppure l'ambasciata argentina in Italia, sezione diritti umani".
Il "ministro" per i diritti umani dell'ambasciata argentina, Carlos Cherniak, ha spiegato che già "diverse persone hanno telefonato" per chiedere informazioni. "Cerchiamo persone che ora hanno dai 30 ai 38 anni, persone che vogliano fare come ha fatto Ignacio - ha sottolineato Cherniak -. C'erano italiani tra le vittime e tra i carnefici. L'Argentina è un paese molto italiano. Licio Gelli lavorava qui all'ambasciata con passaporto argentino. È possibile che alcuni figli scomparsi siano in Italia. O è possibile che alcuni di loro siano venuti in Italia successivamente, ai tempi della crisi economica del 2001.
Così come è possibile che alcuni dei carnefici si siano rifugiati in Italia. L'Italia e l'Argentina sono paesi fratelli, e come tra fratelli c'è in comune il meglio e anche situazioni come questa. La nostra ricerca è al buio, ma speriamo di avere successo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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