GTA 6: il gioco più atteso (e posticipato) della storia vale davvero due miliardi?

Tra hype e rinvii, GTA 6 è ormai leggenda: costato oltre 2 miliardi, ancora senza data certa. Intanto, Call of Duty continua a uscire puntuale. Ma davvero Rockstar ce la farà nel 2025?

 GTA 6: il gioco più atteso (e posticipato) della storia vale davvero due miliardi?
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Del viaggio a Dubai mi è rimasta la sensazione di essere stato dentro GTA 6: supercar ovunque, gente che guida come se fosse immune alle leggi della fisica, grattacieli talmente alti che ti chiedi se serva il passaporto per salire all’ultimo piano. Quando ho visto il Burj Khalifa ho pensato: “Wow, questa roba qui sembra disegnata da Rockstar Games”. E ora mi viene in mente: ma a che punto è GTA 6, davvero?

A questo punto GTA 6 non è più un videogioco: è una leggenda urbana, un miraggio digitale, una promessa eterna come la rivoluzione green o le buone intenzioni a Capodanno: ogni sei mesi un trailer, una fuga di notizie, l’annuncio che ci sarà un annuncio, e poi silenzio. Rockstar tace, il mondo aspetta, e l’hype cresce, si alimenta da solo, diventa meme, religione, ossessione.

Nel frattempo, il costo stimato di sviluppo ha superato i due miliardi di dollari. Due miliardi. Praticamente come costruire un secondo Burj Khalifa, ma virtuale. Con l’unica differenza che il grattacielo esiste. Lo si può toccare. Girarci un Mission Impossible e lanciarti correndo sulle finestre se sei Tom Cruise.

GTA 6 invece no. Nel tempo in cui hanno costruito mezza Dubai, è ancora lì, avvolto nel mistero, promesso per il 2025, ma senza una data precisa e la finestra di lancio si stringe, e a questo punto sembra quasi che non uscirà davvero nemmeno quest’anno. Potrebbe slittare ancora. O diventare uno scherzo cosmico. Magari Rockstar sta solo girando un mockumentario, tipo This Is Spinal Tap, però con i programmatori.

Io, nel dubbio, continuo a giocare a Call of Duty, che almeno quello esce ogni anno come le collezioni di Zara, tanto alla fine i Cod sono tutti uguali e sono abitudinario: cambi il nome dell’arma, il filtro sulle mappe e via, si spara un’altra volta. Tranne il mio amico Zyo che ha l’ossessione dei mirini, non ne trova mai uno che lo soddisfi, e dopo ogni partita devo aspettare che lo cambi, dura più la sua scelta di mirini che le partite.
In ogni caso, cosa aspettarsi da GTA 6? Si vocifera di una mappa gigantesca, intelligenze artificiali più avanzate del tuo capo, una fisica dei capelli che farà impallidire Pixar, e NPC in grado di ricordarsi se li hai guardati male tre missioni fa. Il tutto a 200 fps, se hai un PC da CERN e gli occhi di una libellula.

Ma la vera domanda è: varrà davvero due miliardi di dollari? Avrà almeno una piscina sul tetto? Sarà accessibile con l’ascensore panoramico? Potrò affittare un trilocale a Vice City per le vacanze estive? Soprattutto diteci quando esce, perché ci stiamo stancando. Vero che Cesare Pavese diceva: “aspettare qualcosa è sempre meglio che non aspettare niente”, io però sento la stanchezza dell’attesa.

Per ora, sappiamo solo che GTA 6 sta battendo record ancora prima di uscire: il gioco più atteso, più costoso, e forse anche il più posticipato della storia.

Un’opera d’arte o un progetto urbanistico? Una simulazione sociale o una cattedrale nel deserto digitale? Intanto, mentre aspettiamo un altro trailer, un altro annuncio, un altro rumor, mi faccio un’altra killstreak su Call of Duty. Sempre lo stesso. Ma almeno quello esce ogni anno puntuale.

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