Da Howard a Ornella Muti. Tutte le star del "Torino film"

La rassegna diretta da Giulio Base riduce le pellicole e punta alla qualità. Spazio anche ai documentari

Da Howard a Ornella Muti. Tutte le star del "Torino film"
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La Mole è sormontata da una stella, la stessa che rappresenta il premio riservato agli ospiti d'onore. E tra il 22 e il 30 novembre, sotto il cielo del Torino film festival, saranno molte le stelle a splendere. La rassegna si aprirà al teatro Regio con un volto d'eccezione. L'ex Ricky Cunningham di Happy days - cioè il ben noto Ron Howard (foto), regista di Apollo 13, A beautiful mind e Frost/Nixon - Il duello - sarà di scena con il suo nuovo film, Eden. Una storia di fuoriusciti dalla Germania del '29 dove si annusa odore di dittatura ma dall'America caleranno altri volti importantissimi. Da Rosario Dawson (Grindhouse, Sette anime) a Julia Ormond (Il curioso caso di Benjamin Button). Da Emmanuelle Beart (8 donne e un mistero) a Sharon Stone (Basic istinct). Da Alec Baldwin (Mission impossible, Blue Jasmine) a Matthew Broderick (Godzilla) accompagnato dalla moglie Sarah Jessica Parker (Sex and the city). E tra gli italiani, Giancarlo Giannini, Claudia Gerini, Maurizio Nichetti, Ornella Muti, Michele Placido.

Il nuovo direttore artistico Giulio Base, con la supervisione di Carlo Chatrian che ha preso il posto di Domenico De Gaetano alla guida della Cineteca, ha ridotto il numero dei film - 120 al posto di 202 - aumentando la qualità. Sedici i titoli in gara, il resto fuori concorso o retrospettive importanti come quella dedicata a Marlon Brando nel centenario della nascita. In competizione Europa centrale - storia di due comunisti nel 1940 - e N-Ego - paure e desideri della regista Eleonora Danco - mentre fuori gara ci sarà Il corpo, un ottimo giallo con Giuseppe Battiston e la Gerini, Paradis Paris di Marjane Satrapi, già regista del dolce Pollo alle prugne e Ho visto un re di Giorgia Farina, storia di un amore nell'Africa coloniale.

Massiccia la presenza di documentari di cui si segnala quello su Cesare Pavese firmato da Giovanna Gagliardo e quello su Benedetto Croce girato da Pupi Avati. Pressoché completa la filmografia di Brando che campeggia dalla locandina del festival, economicamente da considerarsi un affare: 2 milioni e 200mila euro.

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