Un calendario sull'educazione stradale, i mesi schizzati dai bambini e i proventi all'Ospedale Gaslini. È il progetto «...Noi la pensiamo così... Il sogno di un bambino per il sogno di un bambino», confezionato dall'Automobile Club Genova e ospitato ieri alla Città dei Bambini e dei Ragazzi al Porto Antico. Premiazione delle scuole che hanno realizzato i disegni del calendario 2008, consegna dell'assegno ai medici del Gaslini e lancio della terza edizione che agguanta come testimonial Luca Barbareschi. Perché «il ricavato delle vendite del calendario 2009 (che verranno distribuiti al costo di 3 euro attraverso gli Automobile Club e loro Delegazioni)-annuncia G.B. Canevello, presidente ACI Genova-sarà devoluto alla Fondazione Luca Barbareschi, che con l'Associazione Prometeo di Bergamo, è diventata riferimento nella difesa delle vittime della pedofilia». I bambini in ascolto, i disegni, la Città dei Ragazzi «che si focalizza su crescita e sicurezza - sottolinea la direttrice Carla Sibilla - e s'impegna nei confronti di chi è più sfortunato». E Canevello che insiste sull'approccio: «Educazione, prevenzione e solidarietà. Dobbiamo porre attenzione massima ai giovanissimi e al concetto di sicurezza stradale, proprio quando la causa più ricorrente di morte in questa fascia d'età è rappresentata dagli incidenti». E poi la stoccata: «Avremmo voluto maggiore attenzione da parte delle istituzioni che spesso non ci supportano come dovrebbero, ma noi andiamo avanti lo stesso».
Il flash e l'invito a partecipare allo spettacolo «Aci Babà e i quaranta pedoni» che ha appena fatto il pieno di bambini pochi metri più in là: un altro modo per aderire al progetto. In scena domani alle 9.30 al Teatro Cargo di Voltri e venerdì 14 al Teatro Cantero di Chiavari «dove sono attesi 900 bambini». Targhe dell'ACI a Sibilla e Barbareschi che ribadisce l'urgenza «d'insegnare a rispettare la propria vita attraverso l'educazione stradale e civica». Poi l'aggancio alla storia recente: «Quando sulle strade di Roma vengono falciati bambini sembra una fatalità. Ecco l'uso degli aggettivi che tende a smorzare o evocare mostri tremendi».
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