I Cipriani si sono mangiati le tasse: evasi 10 milioni

da Washington

Giuseppe Cipriani e il padre Arrigo hanno ammesso davanti a un giudice della corte suprema dello Stato di New York d'essere colpevoli del peggior peccato capitale per un americano: evasione fiscale.
Giuseppe, 42 anni, uno degli scapoli d'oro di New York, ha confessato che col padre Arrigo ormai settantatreenne era a conoscenza del fatto che negli anni 2003 e 2004 i contabili del loro impero avevano rilasciato dichiarazioni false all'IRS, l'Internal Revenue Service. Cifre da capogiro: l’ammontare dell’evasione è di circa 10 milioni di dollari, denaro che i Cipriani dovranno restituire allo Stato (con gli interessi ovviamente) nell'arco di tre anni e mezzo. «Hanno ammesso d’essere colpevoli - ha spiegato il loro legale Stanley Arkin - per mettere fine all'inchiesta e trovare una soluzione che permetta loro di mettersi alle spalle l'incidente».
La sentenza nei confronti dei due Cipriani, secondo quando ha dichiarato l'avvocato Stanley Arkin, verrà letta il prossimo 10 ottobre. I Cipriani a New York vantano tre corporation: Cipriani Fith Avenue che gestisce la prestigiosa Rainbown Room del Rockefeller Center, la Downtown Cipriani New York cui fanno capo i locali Harry Cipriani e Cipriani 42th Street e la GC Alpha che gestisce la Cipriani Dolci.
I Cipriani non sono nuovi a polemiche e strisciate con la legge americana. Nel 2000, dopo una denuncia da parte di donne che non erano state assunte nei loro locali, erano stati costretti dal tribunale a «regolarizzare» più personale femminile. Nel corso degli anni più volte sono stati poi sospettati d'avere a che fare con mafia italo-americana, accusa che ovviamente è sempre stata respinta dagli interessati e mai provata.


Nel 2005, quando vinse la gara per la realizzazione del centro da 154 milioni di dollari sul fiume Hudson, Giuseppe Cipriani spiegò: «Quando sei italiano a New York sei sempre esposto a questo tipo di colpi. No, non faccio parte della mafia, ma la gente non dovrebbe scendere così in basso».

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