I comitati: "Ora è troppo tardi e i bar già aperti di fanno la guerra"

Ticinese boccia l'idesa dell'assessore Terzi: "Niente controlli, qui è il caos"

«Troppo tardi, il danno è fatto». Se i commercianti ac­colgono con favore la propo­sta lanciata dall’assessore alle Attività produttive Giovanni Terzi di fissare un tetto massi­mo ai locali, in base al princi­pio della densità commercia­le parametrata al numero de­gli abitanti della zona, i rap­presentanti dei comitati di quartiere delle zone della mo­vida rispondono con un laco­nico «troppo tardi». «Ci chie­diamo come mai l’assessore si sia svegliato solo ora- si chie­de Ana Brala, storica portavo­ce del comitato Ripa di porta Ticinese- . Anzi, adesso la de­vo salutare perché sto andan­do dall’avvocato a firmare la denuncia contro il sindaco per come sta gestendo la si­tuazione sui Navigli» La situazione è diventata vera­mente insostenibile - raccon­tano i residenti - . Sono com­pletamente spariti i negozi, e anche nelle vie limitrofe si ve­dono solo locali senza soluzio­ne di continuità, con il degra­do che comporta. «Non dor­miamo più la notte perché non vengono rispettati i rego­lamenti e mancano assoluta­mente i controlli. L’unica co­sa che si muove sono i carrat­trezzi che rimuovono le auto in doppia e tripla fila». Altro che tetto alle licenze, verreb­be da dire: «è una presa in gi­ro. Qui è un continuo aprire e ristrutturare nuovi pub e birre­rie - continua Ana Brala - pro­prio in questi giorni sono parti­ti i lavori per la ristrutturazio­ne di un nuovo bar». Per i comitati dei Navigli la proposta dell’assessore Terzi arriva a danno fatto: «Ormai i navigli sono tutto un locale ­continua Brala - non solo, so­no così tanti che fanno fatica anche loro a sopravvivere, so­no arrivati al punto che si fan­no la guerra fra di loro». Non solo, i residenti continuano a denunciare la mancata osser­vanza delle regole, sia per quanto riguarda l’orario di chiusura, che per il rispetto delle norme igienico sanita­rie: «Il sovrannumero di pub e bar fa sì - spiega la portavoce ­che non vengano controllati tutti, sarebbe forse impossibi­le. Così molti non rispettano le norme igienico sanitarie previste dalla legge, basta en­trare per rendersene conto, a cominciare dal cattivo odo­re ». Ecco allora che una prima selezione per il comitato po­trebbe venire direttamente dai controlli: «Se il Comune avesse pensato prima a man­dare­la Asl per passare al setac­cio tutti i locali della zona, mol­ti sarebbero già chiusi». Che il danno ormai sia stato fatto lo pensa anche Gabriella Valassina, storica portavoce del Comitato dei Navigli: «Nel­la zona i locali sono veramen­te troppi, tanto appunto che sono completamente spariti i negozi.

Detto ciò ci chiedia­mo come mai non sia ancora stata fatta, anzi, una norma che faciliti la riconversione dei locali in attività commer­ciali con destinazione d’uso differente. Questo permette­re­bbe di diversificare automa­ticamente».
MBr

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