La polemica sull'Ici perduta, forse, è solo un pretesto. Ai Comuni mancano le risorse? In compenso fioccano le multe. I campanili italiani fanno cassa grazie alle sanzioni previste dal Codice della strada, che fruttano di più delle addizionali Irpef, così gli italiani si ritrovano a pagare una vera e propria tassa occulta.
È quanto emerge da un'indagine condotta dall'Adnkronos consultando i bilanci dei comuni italiani. I numeri, del resto, sembrano inequivocabili: nel 2008 sono state staccate 12,6 milioni di multe, 1.427 all'ora e 24 al minuto. Ogni italiano munito di patente ha pagato in media 76 euro mentre ogni vigile ha compilato verbali per 43mila euro. E in prospettiva il fenomeno è destinato a crescere ancora.
Le entrate per le infrazioni degli automobilisti sono infatti una voce irrinunciabile per far quadrare i conti e le amministrazioni comunali indicano in bella evidenza il gettito previsto per i prossimi esercizi nei bilanci di previsione. Ormai è un trend consolidato, da nord a sud. Il comune di Verona dalla voce «sanzioni al codice della strada» conta di incassare quest'anno 13 milioni e 200mila euro contro i 10 milioni del 2009. Ci sono 3,2 milioni in più che gli automobilisti, che siano o meno effettivamente indisciplinati, arriveranno probabilmente a versare comunque nelle casse comunali. Salerno, invece, prevede un aumento del gettito delle multe che passa dagli 11 milioni del 2009 ai 15 milioni del 2010. Passando dai comuni più grandi a quelli più piccoli, scendono i numeri in valore assoluto ma si conferma il fenomeno. Per il comune di Lugo, in provincia di Ravenna, è di 800mila euro la cifra che si prevede di incassare nel 2010 dalle multe dovute a violazione del codice della strada, quando nel 2009, a bilancio non ancora chiuso, si prevede un incasso di 775mila euro. Gettito che crescerà leggermente nel 2011, attestandosi a 850mila euro, e nel 2012, raggiungendo gli 860mila euro. In totale, nel triennio 2010-2012, le multe per violazioni del codice della strada dovrebbero fruttare alla casse comunali 2,51 milioni.
Un meccanismo che, inevitabilmente, induce a forzare la mano quando è necessario. Cosa avviene quando al 30 giugno le multe effettivamente incassate sono inferiori alla cifra indicata nei bilanci di previsione? Secondo questa indagine parte «l'ordine perentorio»: più vigili in strada e più multe. In tutti i bilanci dei principali comuni italiani, andando a scomporre il flusso delle entrate da sanzione del codice della strada, si evidenzia un aumento consistente delle multe comminate nella seconda parte dell'anno. La legge, nello specifico l'articolo 208 del Codice della Strada, prevede che i proventi delle multe vadano reinvestiti in attività a favore della sicurezza e della prevenzione degli incidenti stradali. Una prescrizione che viene spesso disattesa. Come evidenzia uno studio della Fondazione Caracciolo dell'Aci sui piccoli comuni e le polizie locali: «Il 50 per cento dei comuni non utilizza le risorse derivanti da suddetti proventi come previsto per legge».
Altrettanto evidente inoltre è la mancata applicazione della direttiva Maroni, del 14 agosto 2009, che impone di installare gli autovelox su strade ad alto rischio di incidenti. Le amministrazioni comunali possono contare anche sulla complicità delle nuove tecnologie. Ma se autovelox, laser e fotocellule aumentano il gettito potenziale, cresce anche il rischio di vere e proprie truffe ai danni degli automobilisti. Come nel caso dei sensori collocati sui semafori: la Cassazione, con una sentenza del 30 ottobre 2009, ha dichiarato nulle le multe in caso di assenza del vigile urbano. Ma continuano ad arrivare, puntuali, i verbali.
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