I diritti di Benigni rovinano la vigilia

Del Noce: "E' l'edizione decisiva, o si vince o si chiude". Trattative a oltranza con l'attore. Mina si cimenterà con la lirica: "Per noi si esibirà a costo zero"

I diritti di Benigni rovinano la vigilia

San Remo - Da stasera si gioca la vita o la morte del Festival. I termini drastici non solo la solita esagerazione giornalistica. Ma sono stati usati dal direttore di Raiuno Fabrizio Del Noce. Insomma, già l’anno scorso il pubblico aveva riposto freddamente all’evento canoro; se quest'anno, nonostante il buon prodotto messo in piedi dal conduttore e direttore artistico Paolo Bonolis, dovesse essere nuovamente rifiutato, allora diventerebbe inevitabile chiudere baracca e burattini. Ovviamente, non il prossimo anno visto che la Rai ha rinnovato il contratto triennale con il comune di Sanremo, ma tra due sì. Dunque, sorrisi tirati e tensione ieri all’Ariston nella conferenza stampa di partenza. Anche perché sulla prima puntata di stasera incombe l’ombra della questione Benigni. In sostanza: per la partecipazione di stasera Benigni è stato ingaggiato per un compenso di 350mila euro. Però, da tempo va avanti un’altra trattativa tra la società del comico, la Melampo, e la Rai sulla cessione delle immagini delle apparizioni dell’attore negli anni passati che appartengono alla Tv di Stato.

Questione complicata che poteva pregiudicare la presenza sul palco dell’attore, che ha fatto pressione per risolvere anche la seconda vicenda. Ieri il direttore Del Noce in conferenza stampa ha solo chiarito che «per la Rai non ci saranno perdite» perché la Tv di Stato mantiene in ogni caso i diritti di trasmissione in tutte le forme: canali in chiaro e satellite. La questione però è che la Melampo ha chiesto la cessione delle immagini in esclusiva perenne e mondiale per un altro utilizzo: in home video, cioè per commercializzare dvd. Per farne un’operazione come quella di «Tutto Dante». E anche per creare un archivio, una fondazione che raccolga tutta la storia dell’artista. La tv di Stato invece voleva applicare con lui la prassi usata con Mina e Celentano: la concessione dei diritti per home video solo per cinque anni e solo per l’Italia oppure la condivisione degli introiti (35% per Rai e 65% per l’artista).

Il punto sta nella conclusione: se verrà accettata la proposta Melampo, il comico pagherà 350mila euro per ottenere queste immagini, tanto quanto prende come cachet per l’ospitata sul palco. Per chiarire il concetto: la cessione di 700 minuti di immagini per cinque anni è valutata tra un milione e mezzo e due milioni di euro. Benigni li avrebbe per sempre a solo 350mila euro. In sostanza un’operazione a costo zero che però porterà nelle casse della Melampo le immagini desiderate. E che è stata aspramente criticata da alcuni consiglieri del Cda Rai perché comporterebbe un depauperamento del servizio pubblico, visto che le immagini Rai costituiscono la storia del nostro Paese. Anche altre questioni economiche hanno movimentato l’Ariston: il milione di euro in compenso a Bonolis.

Del Noce ha detto di trovare «pretestuose e incomprensibili» le critiche visto che il cachet è in linea con quello elargito ai conduttori delle scorse edizioni e che «la scelta del presentatore e i relativi contratti sono stati presi molti mesi prima dello scoppiare della crisi economica». Infine la canzone di Povia Luca era gay contro cui si sono rivoltate le associazioni omosessuali.

Bonolis ha ribadito che «quella portata avanti dall'Arcigay è una battaglia giustissima, ma non deve esserci chiusura totale o arroganza». Insomma le solite polemiche da Festival. La differenza però è che quest’anno ci si gioca il tutto per tutto. O si vince o si chiude.

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