Felicita Donalisio
In Italia, lottanta per cento della popolazione è affetto da disturbi respiratori nasali. Non sempre, però, il difetto viene percepito come tale: il fatto di averlo da tanti anni, a volte addirittura dalla nascita, fa sì, infatti, che lo si consideri la normalità, persino quando si è costretti a mettere in atto meccanismi respiratori di compensazione, come il dover respirare a bocca aperta in determinate situazioni.
«Molte persone scoprono di avere difficoltà respiratorie solo quando, spinte dal desiderio di migliorare la forma esteriore del proprio naso, si rivolgono ad un chirurgo estetico», sottolinea il professor Paolo Gottarelli (paolo.gottarelli@fastwebnet.it), docente di Tecniche chirurgiche di correzione estetico-funzionale della piramide nasale allUniversità di Ferrara e chirurgo plastico, sempre a Bologna. «Lo specialista fa notare che certi inconvenienti (frequenti raffreddori, mal di gola, sgocciolamenti, respirazione a bocca aperta la notte, russamento... ) non costituiscono affatto la normalità, ma sono veri e propri sintomi di un cattivo funzionamento del naso».
Di fronte a un intervento che coinvolga le strutture interne del naso, ci sono sempre stati almeno tre condizionamenti: il dolore, il disagio di dover portare dei tamponi interni, lalta percentuale di recidive. «Fortunatamente, oggi tutte e tre queste situazioni sono state superate grazie alla Rinoplastica globale», afferma il professor Gottarelli, spiegando che questa metodica ha come obiettivo il ripristino in modo ottimale e completo della struttura, funzione e forma del naso, con la minore invasività possibile».
In che cosa consiste esattamente? «In pratica, si tratta della fusione di tre tecniche: Rinoplastica strutturale, Rinoplastica vettoriale aperta (Fvtr) e Turbinoplastica inferiore modificata (Mit), che io stesso ho messo a punto», spiega il chirurgo. «Le prime due, grazie allapplicazione di innesti di cartilagine prelevati dal paziente, mirano a modificare la struttura scheletrica del naso rinforzandola in ogni sua parte, specie nella cartilagine del setto e della punta, ossia le zone che più facilmente sono soggette a distorsioni o cedimenti nel post-operatorio. La Mit, invece, ripristina la respirazione modificando sia nella forma sia nel volume, i turbinati inferiori (quelle piccole strutture che hanno il compito di filtrare, riscaldare e umidificare laria diretta ai polmoni)». Lintegrazione di queste tre tecniche - e il fatto che si lavori contemporaneamente sia sulle parti molli sia su quelle ossee - riduce al minimo la possibilità di errore e il rischio di recidive. I risultati sono estremamente soddisfacenti anche sul piano estetico: ristrutturando il naso in tutte le sue parti, infatti, anche la forma risulta molto più gradevole. Data la minima invasività e lestrema precisione dellintervento, il recupero è rapido e indolore: «Le suture vengono sigillate in materiale riassorbibile, che consente di evitare lutilizzo di tamponi, spiega il professor Gottarelli. «Gli unici fastidi sono piccole ecchimosi attorno al naso e occhi, che si dissolvono mediamente in una settimana, e una sorta di raffreddore che sparisce nel giro di tre-quattro giorni.
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