«I dividendi? Se ne parla nel 2007»

Il numero uno del Lingotto: «Nessun delisting per Cnh». Presto la firma dell’accordo con Suzuki

nostro inviato a Ginevra

La firma imminente dell’accordo con Suzuki per la fornitura, a partire dal 2010, di 100mila motori turbodiesel destinati ai mercati asiatici; la chiusura nei prossimi mesi della vecchia fabbrica indiana della Fiat a Kurla, nell’area di Bombay; il possibile utilizzo, insieme a Tata, dell’impianto realizzato anni fa e mai avviato a Ranyangaon, vicino a Pune, sempre in India: sono numerosi i fronti che Sergio Marchionne è chiamato a definire in questi giorni a Ginevra, dove è in corso il 76° Salone internazionale dell’automobile. Ma anche il possibile pagamento di dividendi e il destino del 34% della Ferrari in mano a Mediobanca sono argomenti evidenziati in rosso nell’agenda dell’amministratore delegato della Fiat. Ieri Marchionne ha accettato di rispondere ad alcune domande del Giornale subito dopo aver incontrato, in una saletta dello stand Alfa Romeo, alcuni top manager della Suzuki. Con la delegazione giapponese, Marchionne e il suo braccio destro Alfredo Altavilla, responsabile delle alleanze di Fiat Auto, avrebbero messo a punto i dettagli dell’accordo sui motori 2.0 Multijet dopo la lettera d’intenti siglata lo scorso ottobre.
In questi giorni si torna a parlare di dividendi...
«Se raggiungiamo gli obiettivi del 2006, nel 2007 pagheremo il dividendo. Da parte mia posso solo confermare i target fissati per quest’anno».
Per il terzo giorno consecutivo il titolo della controllata Cnh si è mantenuto sopra la soglia di 24 dollari. Quali piani avete per la società?
«Se l’andamento proseguirà per 30 giorni di seguito la Fiat salirà al 90,2% di Cnh. Il nostro obiettivo è quello di migliorarne la performance, anche a beneficio degli azionisti di minoranza».
C’è chi ipotizza il delisting di Cnh, una volta completata la conversione delle azioni…
«Per ora non c’è questa necessità».
L’inchiesta sull’equity swap potrebbe avere ripercussioni sul rilancio della Fiat?
«La Fiat non corre alcun rischio, al Lingotto siamo tranquilli. Il parere della Consob sulla mancanza di obbligo di un’Opa è infatti molto chiaro. Se l’inchiesta della magistratura dovesse prendere una brutta piega mi spiacerebbe per la famiglia Agnelli. Siamo estremamente riconoscenti al gruppo Ifil perché senza il suo appoggio, avvenuto in un momento molto difficile, avremmo avuto non poche difficoltà a completare il nostro piano».
E la quota della Ferrari in mano a Piazzetta Cuccia?
«Stiamo parlando con Mediobanca per trovare una soluzione».


Iveco, intanto, continua ad allargare il proprio orizzonte asiatico…
«Le vendite di camion vanno molto bene. Speriamo di annunciare qualcosa nei prossimi sei mesi per quanto riguarda lo sviluppo delle relazioni».
Iveco e Cnh sono in vendita?
«Mai, non se ne parla proprio».

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