Tempestoso in vita, in morte, post mortem e in quelleternità dellarte in cui continua a vivere il suo genio corrusco. La grande mostra milanese sulleredità di Caravaggio che ha acceso dei suoi violenti chiaroscuri lEuropa barocca, si è accesa a sua volta dei bagliori della polemica.
Motivo: nelle sale di Palazzo Reale mancano due dei quattordici capolavori previsti dal comitato promotore della mostra, presieduto da Vittorio Sgarbi. Due dipinti assai significativi, entrambi appartenenti alla drammatica maturità dellartista: la seconda versione della Cena in Emmaus, scabra nei colori e rattenuta nei gesti, dipinta nei primi mesi della fuga, e il Seppellimento di Santa Lucia, capolavoro del soggiorno siciliano. Il primo quadro si trova alla Pinacoteca di Brera, il secondo è attualmente allIstituto centrale del restauro di Roma. Entrambe le istituzioni hanno negato il prestito, la prima adducendo il fatto che il quadro era già stato esposto di recente, il secondo perché in cattive condizioni.
Furibonda la reazione di Sgarbi che ieri pareva Giuditta con la testa di Oloferne. Sotto la sue sciabolate, la sovrintendente di Brera, Maria Teresa Fiorio e la direttrice dellIstituto centrale del restauro, Caterina Bon Valsassina: «Tutte le sovrintendenze - ha dichiarato Sgarbi - devono concorrere con tutte le loro energie a una mostra così importante, che 54 anni dopo la grande rassegna curata da Roberto Longhi può essere considerata una mostra di Stato. Due invece si oppongono persino alle richieste del ministro dei Beni culturali e negano quadri che evidentemente ritengono di loro proprietà. Considero lassenza del dipinto di Brera un abuso di atti dufficio da parte della sovrintendente che intendo denunciare legalmente».
Ancora più duro il commento sullassenza di quel sublime capolavoro che è il Seppellimento di Santa Lucia, eseguito per la chiesa omonima di Siracusa, dipinto che pure era stato esposto alla mostra «Il Male» curata dallo stesso Sgarbi a Torino: «Il quadro - ha detto Sgarbi - è in ostaggio presso lIstituto per un restauro di cui non ha nessun bisogno».
Che cosa pensi Sgarbi dellaccanimento terapeutico di troppi restauratori sulle opere antiche è cosa nota: «Quel quadro - ha detto - non deve essere toccato. Va lasciato comè. LIstituto del restauro abusa dei dipinti sequestrandoli per anni e impedendo che il pubblico e gli studiosi li possano vedere».
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