Roma - Presidente Gasparri, un’altra giornataccia.
«Si lavora, come sempre. Siamo qua per questo».
Beh, ultimamente dovete fare gli straordinari, tipo il vertice di Palazzo Chigi dal quale è appena uscito.
«Vertice? No, un incontro .
Non drammatizzi».
La situazione non è facile, non lo neghi.
«Chi lo nega? Che sia un momento delicato è sotto gli occhi di tutti. Andiamo avanti, lo supereremo».
Appunto: come si supera?
«Appunto: continuando a lavorare come sempre, a fare il proprio dovere, a valorizzare il tanto di buono che si fa. Lavoriamo sui fatti reali...».
Non mollare mai, stringere i denti.
«Stringere i denti no, perché? Dobbiamo soltanto rafforzare l’impegno, perseguire la coesione, mostrare senso di responsabilità».
Come Cosentino.
«È stato molto responsabile. Una scelta sofferta, che sottrae il governo a critiche ingiuste. Sono certo che ora potrà spiegare meglio tutto...».
Fini ha dichiarato che le dimissioni erano «indispensabili e doverose». «Non commento. Ripeto: scelta di responsabilità».
Il calendario deciso da Fini ha dato l’accelerazione decisiva. «No, nel problema sono entrati altri fattori, e lo stesso Berlusconi aveva annunciato che se ne sarebbe occupato personalmente. Non apriamo la polemica tra il “prima” e il “dopo”, per favore».
Non crede che sarebbe stato meglio se le dimissioni fossero giunte prima?
«Non credo. Ogni cosa ha il suo tempo per maturare. Questa decisione giunge nel suo momento giusto».
Letta junior, il vice-Bersani, ha dichiarato che si tratta di una «rivincita del Pd e di Fini». Carino, no?
«Non intendo alimentare ulteriori polemiche.È fisiologico che l’opposizione cerchi di seminare zizzania».
A proposito di zizzania, il finiano Granata ha descritto come «quadro torbido» quello che emerge dalle inchieste giudiziarie.
«Si tratta di persone che cercano di alimentare polemiche. Io non replico, loro facciano quel che vogliono».
Oggi deve aver fatto fioretto. Immagino che Berlusconi condivida questa sua determinazione alla bontà d’animo. «Abbiamo tutti un dovere di coesione.C’è un momento per discutere e un altro che è quello della decisione. Non può essere sempre il momento di discutere».
Lo stillicidio non sembra rafforzare il governo.
«È ora che tutti mostrino il senso di appartenenza al Popolo della libertà».
Se è per questo Fini e Bocchino lo dichiarano a ogni piè sospinto. Come contenere all’interno la, diciamo così, «verve» finiana?
«Tutti hanno il diritto a discutere, certo che c’è modo e modo. Il metodo della discussione continua su tutto non credo sia condivisibile».
Ma una questione morale nel Pdl c’è oppure no?
«Non c’è una questione morale. Sono fatti diversi: alcuni da non sottovalutare, altri enfatizzati, altri neppure ben inquadrati... ».
È il terzo del governo a lasciare, in due mesi.
«Va detto che si sono dimessi al solo sospetto, e questo dimostra il senso di responsabilità.
A suo tempo sapremo».
Visto che ogni cosa ha il proprio tempo, pensa che sia giunta l’ora dell’Udc?
«È un tema di prospettiva, non di attualità. Sarebbe un espediente momentaneo».
E un governo tecnico e/o istituzionale?
«Ipotesi che non esiste».
Il sindaco Alemanno, che pensa al futuro, dichiara che in caso di divorzio lui sta con Silvio.
«Era la risposta a un appello per la coesione nel Pdl».
Però rende bene l’idea che forse il momento delle scelte irrevocabili si avvicina. Anche perché la pattuglia finiana si allarga.
«Non ho la sua stessa impressione. Non mi pare che i numeri si allarghino».
Il disagio sì.
Forse il potere logora anche chi ce l’ha.«Credo che l’unica ricetta sia buonsenso, coesione, fare il proprio dovere. Non cedere agli estremisti della polemica».
Porgere l’altra guancia.
«Questo non l’ho detto».
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