"I finiani? Prima viene il Pdl. Non si può discutere su tutto"

Il capogruppo al Senato, Maurizio Gasparri: "Basta con le polemiche, è tempo di dimostrare senso di appartenenza. Tre dimissioni al governo? Segno di responsabilità"

Roma - Presidente Gasparri, un’altra giornataccia.
«Si lavora, come sempre. Siamo qua per questo».

Beh, ultimamente dovete fare gli straordinari, tipo il vertice di Palazzo Chigi dal quale è appena uscito.
«Vertice? No, un incontro . Non drammatizzi».

La situazione non è facile, non lo neghi.
«Chi lo nega? Che sia un momento delicato è sotto gli occhi di tutti. Andiamo avan­ti, lo supereremo».

Appunto: come si supera?
«Appunto: continuando a lavorare come sempre, a fare il proprio dovere, a valorizza­re il tanto di buono che si fa. Lavoriamo sui fatti reali...».

Non mollare mai, stringe­re i denti.
«Stringere i denti no, per­ché? Dobbiamo soltanto raf­forzare l’impegno, persegui­re la coesione, mostrare sen­so di responsabilità».

Come Cosentino.
«È stato molto responsabi­le. Una scelta sofferta, che sot­trae il governo a critiche in­giuste. Sono certo che ora po­trà spiegare meglio tutto...».

Fini ha dichiarato che le di­missioni erano «indispen­sabili e doverose». «Non commento. Ripeto: scelta di responsabilità».

Il calendario deciso da Fi­ni ha dato l’accelerazione decisiva. «No, nel problema sono en­­trati altri fattori, e lo stesso Berlusconi aveva annuncia­to che se ne sarebbe occupa­to personalmente. Non apria­mo la polemica tra il “prima” e il “dopo”, per favore».

Non crede che sarebbe sta­to meglio se le dimissioni fossero giunte prima?
«Non credo. Ogni cosa ha il suo tempo per maturare. Questa decisione giunge nel suo momento giusto».

Letta junior, il vice-Bersa­ni, ha dichiarato che si trat­ta di una «rivincita del Pd e di Fini». Carino, no?
«Non intendo alimentare ulteriori polemiche.È fisiolo­gico che l’opposizione cerchi di seminare zizzania».

A proposito di zizzania, il finiano Granata ha descrit­to come «quadro torbido» quello che emerge dalle in­chieste giudiziarie.
«Si tratta di persone che cer­cano di alimentare polemi­che. Io non replico, loro fac­ciano quel che vogliono».

Oggi deve aver fatto fioret­to. Immagino che Berlu­sconi condivida questa sua determinazione alla bontà d’animo. «Abbiamo tutti un dovere di coesione.C’è un momento per discutere e un altro che è quello della decisione. Non può essere sempre il momen­to di discutere».

Lo stillicidio non sembra rafforzare il governo.
«È ora che tutti mostrino il senso di appartenenza al Po­polo della libertà».

Se è per questo Fini e Boc­chino lo dichiarano a ogni piè sospinto. Come conte­nere all’interno la, dicia­mo così, «verve» finiana?
«Tutti hanno il diritto a di­scutere, certo che c’è modo e modo. Il metodo della discus­sione continua su tutto non credo sia condivisibile».

Ma una questione morale nel Pdl c’è oppure no?
«Non c’è una questione mo­rale. Sono fatti diversi: alcuni da non sottovalutare, altri en­fatizzati, altri neppure ben in­quadrati... ».

È il terzo del governo a la­sciare, in due mesi.
«Va detto che si sono dimes­si al solo sospetto, e questo di­mostra il senso di responsabi­lità. A suo tempo sapremo».

Visto che ogni cosa ha il proprio tempo, pensa che sia giunta l’ora dell’Udc?
«È un tema di prospettiva, non di attualità. Sarebbe un espediente momentaneo».

E un governo tecnico e/o istituzionale?
«Ipotesi che non esiste».

Il sindaco Alemanno, che pensa al futuro, dichiara che in caso di divorzio lui sta con Silvio.
«Era la risposta a un appel­lo per la coesione nel Pdl».

Però rende bene l’idea che forse il momento delle scelte irrevocabili si avvici­na. Anche perché la pattu­glia finiana si allarga.
«Non ho la sua stessa im­pressione. Non mi pare che i numeri si allarghino».

Il disagio sì.

Forse il potere logora anche chi ce l’ha.
«Credo che l’unica ricetta sia buonsenso, coesione, fa­re il proprio dovere. Non ce­dere agli estremisti della pole­mica».

Porgere l’altra guancia.
«Questo non l’ho detto».

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