La salma è partita dall'istituto di medicina legale di via Ponzio, a Lambrate, alle 10.30 e ha raggiunto il cimitero di Bruzzano alle 11. Erano poco più di duecento le persone che ieri mattina hanno accompagnato per l'ultimo saluto la salma di Ramy Elmagl, il 19enne di origine egiziana residente al Corvetto morto in scooter durante un inseguimento con due autoradio dei carabinieri all'angolo tra via Ripamonti e via Quaranta nella notte tra il 23 e 24 novembre. All'ingresso del cimitero, il carro funebre è stato scortato da amici e familiari. In testa al corteo il deputato Aboubakar Soumahoro, che nei giorni scorsi aveva incontrato la famiglia Elgaml. Presenti anche il capogruppo Pd in Regione Pierfrancesco Majorino e la consigliera Carmela Rozza; stamane la famiglia Elgaml verrà invece ricevuta in Regione dal presidente Attilio Fontana, mentre nei prossimi giorni sarà ospite del sindaco Beppe Sala a Palazzo Marino.
«Oggi è un giorno importante siamo in un cimitero, dobbiamo avere rispetto. State calmi» ha detto, esortando alla pacatezza, all'arrivo del feretro nel camposanto, Mahmoud Asfa, presidente della Casa della cultura musulmana di via Padova, che ha celebrato il funerale, con rito islamico, insieme all'imam di San Donato, Mohamed Sedky. «Dobbiamo essere veramente rispettosi e rispettati in questo Paese - ha continuato Asfa -. I giovani sono il futuro di questo Paese. Un Paese senza giovani non ha nessun futuro, quindi chiediamo alle nostre istituzioni di dare più attenzione ai nostri giovani perché sono giovani di questo Paese, sono figli di questa società. Hanno il sacro diritto di avere le loro chance di costruire una vita migliore. Devono avere gli stessi diritti di tutti gli altri giovani loro coetanei, perché sono italiani come loro». E ha concluso: «La comunità musulmana è piena di giovani che vogliono partecipare allo sviluppo di questo Paese e sono interessati a costruire il loro futuro personale e collettivo. Spero che la morte del nostro carissimo Ramy sia un punto di partenza e un punto di riflessione, per cambiare».
Il rito funebre si è svolto all'insegna della tranquillità, se si eccettua un po' di agitazione dopo la deposizione della bara, quando molti ragazzi si sono avvicinati alla fossa. È stato allora che l'imam ha chiesto più volte ai giovani di allontanarsi per consentire all'escavatore di operare, anche nel rispetto delle regole cimiteriali. Ai giovani è stato poi permesso di lanciare un pugno di terra sopra la bara, come previsto dalla tradizione.
Tornando al fronte dell'inchiesta sull'incidente il ragazzo che si trovava alla guida dello scooter, il 22enne tunisino Fares Bouzidi, si trova ora ai domiciliari accusato di resistenza a pubblico ufficiale e per non essersi fermato all'alt dei carabinieri (ma è anche indagato per omicidio stradale, così come il carabiniere conducente dell'autoradio, ndr). E mentre si sta ancora cercando di stabilire se abbia perso il controllo dello scooter da solo e sia andato a sbattere contro il semaforo e il cordolo dell'aiuola causando la morte di Elgaml, ieri un testimone ventenne, sentito in Procura dal pm Mario Cirigliano, ha parlato di un impatto tra la macchina dei carabinieri e lo scooter. Il giovane ha detto di essere stato presente quella notte tra il 23 e il 24 novembre scorso proprio in via Ripamonti.
Ora la sua testimonianza - che potrebbe essere compatibile, da quanto si è appreso, con uno scontro accidentale tra i due mezzi nelle ultimi fasi dell'inseguimento e non con uno speronamento volontario - dovrà, comunque, essere valutata anche con altri riscontri. Al momento, le immagini delle telecamere della zona non chiariscono la dinamica e anche i testimoni non hanno fornito informazioni utili.
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