I genovesi usano fucili a pompa come antifurto

I genovesi usano fucili a pompa come antifurto

(...) il porto d'armi per acquistare e tenere in casa un fucile a pompa: basta avere il nulla osta della questura (impresa tutt'altro che proibitiva), recarsi con questo foglio in una qualunque armeria della città e scucire dal portafoglio poche centinaia di euro. Per un fucile a pompa modello «Hatsan» (made in Turchia) sono sufficienti 200 monetine da un euro. Pochi, pochissimi rispetto ai 500 che di solito occorrono per munirsi di un fucile con queste caratteristiche prodotto in Italia. Ma non può essere solo per un fattore di convenienza economica che negli ultimi tempi a Genova si è registrato un incremento esponenziale nell'acquisto di fucili a ripetizione provenienti dalla Turchia.
«Prima ne vendevo uno o due all'anno, ultimamente anche una ventina», conferma Giosuè Cuomo, titolare della storica armeria di via Antica Romana di Quinto, una delle poche rimaste ancora in città. «Negli anni '70 in tutto il Comune di Genova si contavano almeno 30 armerie, oggi a fare questo lavoro siamo soltanto in tre». Neppure il lungo ponte di novembre ha fermato ieri mattina il via vai di persone nel negozio di Quinto: e non c'erano solo cacciatori o appassionati del tiro a segno che ogni settimana salgono a Quezzi per sparare al poligono. Anche professionisti, avvocati, comuni cittadini ai quali indubbiamente fa comodo tenere un'arma in casa. Per la sicurezza propria e dei propri famigliari. Certo «bisogna sfatare l'idea che chi tiene un fucile o una pistola in casa sua al 50 per cento debba per forza essere un malintenzionato», dice il padrone dell'armeria. Che però riconosce come siano sempre più numerosi i cittadini - soprattutto d'estate - che telefonano nel suo negozio per avere informazioni su un tipo di arma, e su come acquistarla.
Tra loro anche tante persone avanti con gli anni. «C'è una forte domanda di anziani, di solito ultra - settantenni, che chiamano per comprarsi un'arma. D'estate si arriva anche a tre al giorno, la maggior parte di loro dopo aver subito una rapina o uno scippo.
Ma nel 99 per cento dei casi recedono quando li metto di fronte al fatto che per ottenere un’arma occorrono certi requisiti», spiega Cuomo. Quali? Visita medica, certificato dell'Asl, assenza di condanne penali e iscrizione al poligono per essere abilitati al maneggio dell'arma. Questo sia per la semplice detenzione autorizzata dalla questura che per il porto d'armi (per difesa personale) rilasciato invece dal prefetto. Nel primo caso naturalmente la pistola o il fucile acquistati non possono varcare la soglia domestica e l'arma deve restare senza munizioni. I tempi di consegna collimano: un mese circa.

Se la vendita delle armi da poligono nell'officina di Quinto ha registrato un'impennata del 10 per cento (pistole, revolver, fucili calibro 12), c'è un altro genere di armi, il cui mercato è in costante ascesa: quelle a vendita libera, per le quali non occorre alcuna denuncia alle pubbliche autorità. «Sono le armi ad aria compressa, come le carabine con velocità d'uscita ridotta o i fucili ad avan carica. Di queste - spiega Cuomo - se ne vendono sempre di più». Tutto fa sicurezza.

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