Di concerti si parla tanto, ma se ne occupano pochi. E la politica meno di tutti. Per fortuna la tendenza si sta invertendo e AssoConcerti , l'associazione di categoria che riunisce i più importanti organizzatori e produttori di musica dal vivo, ha lanciato la proposta (assai sensata) di un provvedimento di sostegno al settore della musica popolare contemporanea dal vivo. In sostanza un «tax credit», un credito di imposta pari a una quota dei costi sostenuti su tre capitoli: promozione e produzione di tour di artisti italiani, diffusione della cultura italiana e degli artisti italiani all'estero e infine interventi per la creazione, la ristrutturazione e l'ammodernamento degli impianti dedicati allo spettacolo dal vivo (settore nel quale l'Italia è clamorosamente indietro, soprattutto culturalmente). Se ne è parlato qualche settimana fa a un incontro nella Sala Spadolini del Ministero della Cultura a Roma con l'intervento del ministro Alessandro Giuli, del sottosegretario GianMarco Mazzi e del vicepresidente della Camera Giorgio Mulè e la incoraggiante presenza bipartisan («un segnale positivo» secondo il ministro) anche del presidente della Commissione Cultura della Camera e del componente Pd della stessa Commissione, Matteo Orfini. D'altronde i dati parlano chiaro: «Il settore - come sottolinea il presidente di AssoConcerti Bruno Sconocchia (foto) - ha sempre prodotto ricchezza per lo Stato, di fronte a questo non ha mai ricevuto alcun sostegno pubblico». I dati Siae, studiati dall'Associazione per l'Economia della Cultura, confermano che il comparto Pop, rock e leggera, con oltre 36mila spettacoli e quasi 24 milioni di spettatori, incassa al botteghino più di 894 milioni di euro. Per capirci, i 61 associati che aderiscono ad AssoConcerti, realizzano più ricavi dell'intero comparto del cinema, che invece è molto attenzionato dalla politica. Di più.
È stato stimato che il settore dei concerti in Italia abbia prodotto complessivamente un indotto (viaggi, alberghi, ristoranti ecc) di circa 4 miliardi e mezzo di euro. Un patrimonio che ha gigantesche e benefiche ricadute sulla collettività finora sottovalutate.
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