I mattoni della politica edilizia

Una vera, approfondita e organica politica sulla casa a Milano, nei tempi moderni, non è mai stata fatta e la situazione lo dimostra. Certamente nel passato si poteva vedere il problema da un osservatorio più semplice, ma con il tempo la mobilità della popolazione si è dilata sempre più, il modo stesso di vivere la città si è trasformato, i costi della vita hanno importi sempre meno compatibili con i guadagni degli abitanti.
Abitare a Milano rappresentava quasi un punto di orgoglio e non si percepivano i futuri movimenti verso Meda o Lodi, per citare solo alcuni centri che oggi ospitano ex milanesi. E che dire poi del fenomeno immigrazione , una volta circoscritto agli arrivi dal nostro Sud e oggi ampliato ad un arco di Paesi che sembrano moltiplicarsi rendendo il problema sempre più gravoso, complicato e difficoltoso da controllare.


Nei prossimi dieci anni il territorio della provincia di Milano avrà bisogno tra le 114mila e le 141mila abitazioni e incautamente se ne sbandierano 9000 di popolari pronte in tre anni a Milano. Un po’ pochine, a dire il vero. Sulla casa andava fatto uno studio e una programmazione seri tenendo conto di cambiamenti, necessità e fattibilità.

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