«I miei erano anni di vero calcio... »

Con l’arrivo di Malesani, si fa molto spesso riferimento ad un altro allenatore che fu molto apprezzato in rossoblù: Osvaldo Bagnoli. Il tecnico, ormai, vive nel suo eremo, ma segue appassionatamente le vicende del calcio ed in particolare di quello genovese.
È così Bagnoli?
«Sono ricordi notevoli quelli con Spinelli. Poi tutto è andato come è andato. Ma erano anni in cui si giocava a calcio».
Oggi la paragonano a Malesani. È così?
«Non saprei. È sempre molto difficile fare paragoni con altri allenatori: ai miei tempi c’era un bel rapporto con i giocatori, ma anche con i presidenti».
Però lei se ne andò per screzi con i dirigenti e anche con certi giocatori. È così?
«Succede: quando non si va d’accordo con i giocatori l’unica cosa è andarsene. Anche a malincuore».
Si chiarì anche con i tifosi?
«Chiarii le mie idee. Difesi alcuni giocatori onesti. Comunque il calcio non cambia molto».
Il suo Verona è tornato in B. Contento?
«Certamente sì. Ma sarà un campionato durissimo».
La Samp, secondo lei, sarà favorita? E come mai è andata così male lo scorso anno?
«Quando si cedono uomini come Cassano e Pazzini non si può pretendere certi risultati. Era prevedibile. Ma la società forte, sarà la squadra da battere».
Lei ricorda i suoi anni al Genoa? Come?
«Li ricordo e ricordo Spinelli, molto bravo, molto convinto all’inizio, ma poi è cambiato. Succede».
Ma oggi i presidenti non è che vogliano essere più autonomi e decidere loro il mercato, lasciando all’allenatore solo il compito di far giocare i giocatori che gli offre il presidente?
«In un certo senso è così. Ma sono cambiati anche gli allenatori oggi. Quindi bisogna adeguarsi».
Lei si è adeguato, è scappato da quel calcio.


«Ogni cosa a suo tempo, ritenevo che era giusto il momento di tirare i remi in barca. Ma è bello ancora oggi valutare questo nuovo scenario calcistico».
Che probabilità ha la Samp di venire subito in A?
«Mi pare molte, più di ogni altra squadra».

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