I nuovi professionisti per realizzare e gestire i datacenter

Al via il primo corso rivolto a 25 neolaureati al Politecnico

I nuovi professionisti per realizzare e gestire i datacenter
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Saranno i primi giovani super esperti di Datacenter. Sapranno gestire tutto quello che riguarda un settore che in Italia ha già generato 28 mila posti di lavoro, ma che, in rapidissima evoluzione, sta registrando una crescita esponenziale. Soprattutto in Lombardia che guida il settore in Italia. Prende il via l'8 maggio al Politecnico, il primo corso per 25 giovani neolaureati che dovranno presentare la domanda entro il 20 febbraio. Si chiama «Learning Lab Datacenter» ed è nato dalla collaborazione fra IDA (Italian Datacenter Association), REC (Real Estate Center del Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito al Politecnico) ed Italian PropTech Network. Un corso di 6 mesi, 120 ore di lezione con altre 480 ore di stage (pagato) previsto nella ventina di aziende che sponsorizzano il corso. «Uno dei punti principali della missione di IDA è promuovere l'eccellenza formativa nel settore dei Datacenter in Italia», commenta Carlotta Matteja, presidente del GDL Education. Le materie spaziano dalla progettazione al Project management, dalla gestione alla sostenibilità fino all'analisi dei rischi. Le aziende che hanno aderito sono ABB, Bouygues, CDLAN, DBA Pro, Deerns, EAE, Engie, Jacobs, Lombardini22, MCM, Microsoft, Stack, Turner&Townsend, Techbau, Vantage, Vertiv, Socomec.

Milano e la Lombardia hanno il primato per lo sviluppo dei datacenter in Italia con magazzini che stipano 24 ore s 24 trilioni di informazioni e dati che consentono alle aziende del territorio di operare. Con lo sviluppo dell'intelligenza artificiale la prospettiva è ancora più ampia. A Milano e provincia ci sono 39 datacenter con una potenza complessiva di 184 MW che nei prossimi 4 anni è destinata almeno al raddoppio. In Lombardia i datacenter sono 46 la maggior parte di tutti quelli presenti sul territorio italiano (sono 140). Basti pensare che Roma ne ha 15 e Torino solo 5.

Il corso, se anche ha il nome in inglese, sarà in italiano e anche gli studenti stranieri che applicano devono avere almeno un livello C1 di italiano. «Abbiamo visto che è necessario - spiega ancora Carlotta Matteja - Non perchè le aziende ci abbiamo dato un vincolo, ma la filiera del data center ha bisogno di una professionalità che quando va a interfacciarsi in cantiere e sul sito deve parlare e capire bene l'italiano. Seppure gli investimenti arrivano soprattutto dall'estero lo sviluppo è tutto italiano». Uno sviluppo che richiede appunto nuove competenze. «Stiamo lavorando a una seconda edizione dell'open day come abbiamo fatto a novembre scorso aprendo tutti i datacenter di Milano a oltre 500 studenti, arrivati da ogni parte d'Italia.

Ma abbiamo in programma anche un roadshow nelle scuole per promuovere le borse di studio della Datacenter Academy, l'associazione che si occupa di formazione, pensate per giovani neolaureati da specializzare nel disegnare i data center», conclude.

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