I primi 100 giorni della Turco: sì a pillola abortiva e cannabis

da Roma

Sì alla pillola Ru-486 («farmaco usato da tanti anni in tanti Paesi») e soprattutto al decreto che innalza il consumo personale di cannabis («è fatto, spero che il ministro Mastella lo firmi»). In un’intervista all’Unità, il ministro della Salute Livia Turco parla dei primi cento giorni di legislatura, «un percorso a ostacoli ma anche una sfida». E racconta i progetti per il futuro. Dai farmaci al deficit di alcune Regioni sulla sanità, dalla pillola abortiva alle droghe leggere.
Pochi dubbi sulla Ru-486. «La sperimentazione in corso - spiega - è corretta e non va bloccata». E ancora: «È un farmaco ampiamente sperimentato, basta con questa ipocrisia». Insomma, «se in Italia non è utilizzato è perché nessuna casa farmaceutica ha chiesto la sua registrazione». Perché? «Evidentemente ha trovato un clima politico ostile». Pure sulla cannabis la linea tracciata è netta, visto che il decreto per innalzare il consumo personale «è fatto». «Spero - aggiunge la Turco - che il ministro Mastella lo firmi perché è di concerto con il ministero della Giustizia. Lo dico perché so che non lo firma, così esce allo scoperto...».
Il governo, spiega poi la Turco, intende anche occuparsi del prezzo dei farmaci di fascia C, quelli a carico dei cittadini, che a partire dal gennaio del 2007 potranno aumentare di nuovo dopo uno stop di due anni. Una replica, dunque, a quanto affermato nei giorni scorsi dall’ex ministro della Salute Francesco Storace che aveva lanciato l’allarme sul rischio di un aumento dei prezzi. «Rispondo che non sarà così - dice la Turco - nessuna paura». Il ministro difende anche la linea del governo nei confronti delle scelte fatte per le farmacie con il decreto Bersani. «Oggi - ha spiegato - ci sarà un incontro di Bersani con Federfarma, ma il problema è superato. Noi abbiamo molto insistito sulla linea “farmacista accanto a farmaco” che è poi anche un modo di creare opportunità per i giovani. Io sono del parere che le farmacie sono una rete preziosa per il servizio sanitario nazionale pubblico. I farmacisti - conclude - hanno sbagliato a non intraprendere prima e da soli un processo di innovazione e avrebbero dovuto essi stessi capire che se vogliono essere presidio nazionale non devono essere un bazar che vende tutti i prodotti. Però devo dire che la maggior parte delle farmacie italiane ha iniziato un processo di innovazione».
Del Turco-pensiero fa parte anche l’idea di «un fondo comune per sanare il deficit delle Regioni entro il 2009».

Insomma, «non ci saranno più le tagliole del centrodestra» ma «chi dopo lo stanziamento “sfonda” il bilancio dovrà cavarsela da solo». Ancora strali per la Cdl in chiusura d’intervista, perché - spiega la Turco - «nel ministero sono ripartita da dove aveva lasciato Rosy Bindi» nel 2001.

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