I primi 30 anni dei Simple Minds domani a Milano Jazzin’ Festival

«Non sono l'avvocato di nessun periodo. Ogni fase artistica ha cose di valore e cose brutte. Ma sfortunatamente quando la gente pensa alla musica degli anni ’80 non considera risultati enormi come Ghost in the machine dei Police, Pornography dei Cure, i lavori dei Rem, degli U2, dei New Order o dei Depeche Mode. Si ricordano solo dei Dead or Alive, dei Kajagoogoo o degli Spandau Ballet con le loro stupide acconciature e i vestiti orribili». Che Jim Kerr, leader dei Simple Minds, ospiti domani del primo concerto all'Arena del Milano Jazzin' Festival, difenda un decennio spesso bistrattato non può né deve sorprendere. In fondo, con New Gold Dream (81-82-83-84), la band di Glasgow ha incarnato lo spirito di quegli anni. Strana storia quella delle «Menti Semplici». Usciti dallo sperimentalismo industriale dei loro primi album hanno preso prima la strada della new wave passionale e moderna, poi quella del rock epico. Formula questa che ha trasformato la premiata ditta messa in piedi da Jim Kerr e dal fedelissimo Charlie Burchill (l'unico sopravvissuto agli innumerevoli cambi di formazione) in una band da grandi numeri, prima di imboccare una lunga parabola discendente. Ciò non toglie che ancora oggi i Simple Minds restino dei big.

E gli organizzatori di MJF si aspettano il tutto esaurito per domani (ore 21, ingresso 20 euro). Un live speciale, per celebrare i prini 30 anni di carriera e l'uscita del nuovo album Graffiti Soul. A precedere, i deejay di Radio Monte Carlo omaggeranno Michael Jackson con le sue hit più famose.

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