I saldi sono un bluff: «Nei negozi prezzi già tagliati del 50%» Qualche cliente punta addirittura al 70% I commercianti: «Siamo costretti per vendere»

I saldi invernali? Solo un grande bluff. Parola dei commercianti dei negozi di abbigliamento. Tutto falso, anche la partenza, che ufficialmente dovrebbe scoccare il 3 gennaio, anche se il via è già stato dato sottobanco. «È da settembre che faccio pagare il 20% in meno ai miei clienti e con il nuovo anno farò lo stesso - rivela la ragazza al bancone di un negozio che vende maglioni di cachemire -. L’unica differenza è che per adesso non è scritto in vetrina. Ovunque gli esercenti fanno degli sconti in anticipo, se poi lo chiede il cliente nessuno osa dire no perché la gente non compra nulla senza un prezzo ribassato». Cambiando negozio la musica resta la stessa. «Noi arriviamo a fare sconti fino al 50%, soprattutto per i capi di cui abbiamo esaurito la serie - spiega la giovane coppia che gestisce una piccola bottega di vestiti -. Ma molti clienti ci chiedono di fare dei ribassi anche del 70%. Del resto per un commerciante è più conveniente vendere il prodotto a prezzo di costo che tenerlo nel magazzino. Almeno non ci ha perso». E così chi aspetta il 3 gennaio per fare un acquisto più a buon mercato rischia di rimanere a bocca asciutta. «Ormai il saldo di fine stagione non è più vero - aggiunge l’esercente del negozio di cachemire -. Se vendo l’80% dei prodotti durante i saldi, smerciandoli a prezzo di costo, non posso sopravvivere a lungo. In molti dunque alzano il prezzo prima di Natale e poi fingono di fare un bello sconto sul listino». Non si tratta però dell’unico escamotage messo in atto dai commercianti. Come denuncia la proprietaria di un negozio per abiti da sposa, «in tanti, soprattutto nei grandi magazzini, truffano la buona fede della gente andando a prendere i capi in Cina e facendo poi credere di vendere il prodotto sottocosto». Tra i motivi per cui gli esercenti si lamentano anche il fatto che sotto Natale in molti punti vendita non si è vista anima viva. «Nessuno fa più acquisti prima delle feste - racconta un rivenditore -, piuttosto regalano la busta con i soldi consigliando di comprarsi il vestito all’apertura dei saldi. E così la gente viene, si prova l’abito e ci dice che ci deve pensare. Poi il 3 gennaio mattina qui fuori ci sarà la fila, con le persone che ancora prima di entrare sapranno già non solo il modello che cercano, ma anche il colore e la taglia». Insomma, come recrimina un'altra commerciante, «i saldi non convengono a nessuno.

Né ai negozi di camicie, il cui modello non diventa superato da un anno con l’altro, né a catene come Zara e H&M, che cambiano prodotti ogni 15 giorni, e neanche alle case di moda, che possono sempre smerciare gli articoli invenduti sugli outlet. E così alla fine si chiamano saldi, mentre in realtà sono un sistema di prezzi completamente falso».

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