I tre consiglieri e il «verbo» di Montezemolo

Le chiacchierate con Mieli e Beretta, le invenzioni di Celli Prima dell’approvazione i mugugni sul bilancio

Al di là del giudizio sui contenuti, in tanti hanno notato la particolare vivacità del discorso di Luca Cordero di Montezemolo all’assemblea di Confindustria del 24 maggio. Chi ha aiutato il presidente degli industriali italiani a raggiungere un particolare effetto son et lumière? Si parla di lunghe chiacchierate con Paolo Mieli: anche in barca a Capri. Ha pesato il ruolo di Maurizio Beretta che, dopo l’emarginazione di Innocenzo Cipolletta, ha potuto far valere le sue doti di giornalista nel coordinare la stesura dello - come si dice nella Confindustria montezemoliana - «speech» del presidente. Ma certe invenzioni politico culturali verrebbero dalla penna di un intellettuale-tecnico della portata di Pier Luigi Celli, oggi direttore dell’università confindustriale Luiss.
Nei corridoi dell’assemblea di giovedì scorso non sono mancate discussioni e divisioni sul profilo del futuro successore di Montezemolo: se dovrà essere più sindacalista, capace cioè di costruire un sistema di relazioni industriali moderne e di trattare concretamente sui temi dell’impresa, o più politico-lobbista, in grado di rappresentare anche politicamente gli interessi delle aziende. In aula, intanto, Montezemolo corteggiava e conquistava il popolo di Vicenza che aveva applaudito qualche mese fa Silvio Berlusconi. La sua battuta sui politici eletti che sarebbero troppi non era tanto differente dal consiglio offerto dal leader del centrodestra agli industriali di non perdere eccessivo tempo in Confindustria e di pensare innanzitutto alla propria impresa. Finito, però, il discorso molti dei quadri dirigenti e tecnici di Confindustria commentavano con qualche preoccupazione le proposte montezemoliane: bene la retorica che scalda i cuori, ma che analisi è stata fornita sullo stato di Confindustria e che prospettive di interlocuzione con governo e opposizione? In molti è rimasta la sensazione che Montezemolo abbia pensato più al suo futuro che a quello dell’organizzazione.
Prima del grande show, mercoledì si è tenuta la parte riservata dell’assemblea confindustriale: qualche pasticcio nell’approvazione del bilancio che Montezemolo voleva fare votare insieme alla cosiddetta riforma modernizzatrice presentata dal vicepresidente Marino Vago. Ci sono state un po’ di proteste per il pressappochismo presidenziale e si è cercato di rimediare con una prassi più corretta. Poi, sempre nella parte riservata, sono intervenuti i vicepresidenti a presentare il bilancio dei vari settori. Unici a non prendere la parola Marco Tronchetti Provera e Andrea Pininfarina.


È stato rieletto nei giorni scorsi presidente di Federchimica Giorgio Squinzi: l’imprenditore aveva chiesto di essere sostituito per i duri impegni di gestione del suo gruppo. Ma «i saggi», dopo ampia consultazione della base, hanno insistito per il secondo mandato.
È stato rieletto a voto segreto. All’unanimità. Mancava solo il suo voto.

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